
La squadra Mobile dell’Aquila ha indagato in stato di libertà per il reato di “indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato” una cinquantenne moldava. La donna, secondo gli investigatori, avrebbe incassato la somma di circa venticinquemila euro quale ‘contributo per l’autonoma sistemazione’, «richiesto affermando, falsamente, che il proprio nucleo familiare era residente a L’Aquila all’epoca del sisma».
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori la donna moldava, verso la fine del 2009, anno del sisma, avrebbe inoltrato al Comune dell’Aquila l’istanza per ottenere il contributo di autonoma sistemazione per il proprio nucleo familiare, composto da lei e dalle due figlie, dichiarando di essere «residente stabilmente in questo capoluogo e di essere ospitata temporaneamente presso parenti a Roma».
«Si rammenta – ricorda la Polizia – che l’assegnazione del contributo di autonoma sistemazione ai nuclei familiari spetta a quei soggetti la cui abitazione principale, abituale e continuativa sita nei comuni del circondario, sia stata distrutta in tutto o in parte, ovvero sia stata sgomberata in esecuzione di provvedimenti delle competenti autorità, adottati a seguito dell’evento sismico».
Dalle indagini da parte della Squadra Mobile sarebbe emerso che «la donna, già dal 2006, pur mantenendo la residenza anagrafica in questo capoluogo, di fatto viveva stabilmente ad Anzio e lavorava anche in provincia di Roma e, quindi, non aveva più alcun legame con la città aquilana».
Dagli accertamenti effettuati presso il Comune dell’Aquila, Settore Politiche Sociali e Cultura, è emerso che la donna avrebbe percepito, «dal 7 aprile 2009 al febbraio 2013, la somma di 25.343,00 euro».
La donna è stata quindi indagata in stato di libertà ai sensi dell’articolo 316 ter del c.p. «per aver percepito indebitamente la somma suddetta». Adesso la Procura della Repubblica valuterà gli elementi probatori e «potrebbe anche disporre il sequestro della somma per equivalente».