
di Claudia Giannone
Firmato oggi il protocollo d’intesa tra Comune dell’Aquila e Tribunale dei Minorenni: all’ordine del giorno, il tema dell’affidamento familiare, l’istituto giuridico che permette ad un minore, temporaneamente allontanato dalla famiglia di origine, di poter essere accolto da un’altra famiglia. Un gesto fatto con la testa, ma anche con il cuore: la difficoltà di operare l’affidamento è senza dubbio maggiore rispetto a quella dell’adozione.
«La firma di questo protocollo – ha affermato l’assessore Emanuela Di Giovambattista – rappresenta un segno di civiltà per poter diffondere e mettere in atto la cultura dell’affidamento. Siamo il primo Comune in Abruzzo ad approvarlo. Si tratta di un punto di inizio, ma anche di un punto di arrivo, dato da anni di lavoro, di studio e di collaborazioni».
Ci sarà, quindi, la possibilità per i minori di andare in un’altra famiglia per trovare un ambiente stabile, affettivamente ed emotivamente: un aspetto importante per il loro sviluppo e per laa loro crescita. È proprio la mancanza di sostegno, in molte occasioni, a portare questi giovani ad una fragilità che si noterà nel loro futuro: giovani che, nel momento in cui diventano adulti, trovano maggiori difficoltà dal punto di vista non solo relazionale, ma anche strettamente personale.
«Si tratta di un protocollo operativo – ha proseguito l’assessore – e di un lavoro fondamentale per la corretta costruzione della società di domani. Siamo molto fiduciosi che questo sia l’inizio di un nuovo percorso».
Doppio obiettivo, dunque, per il Comune dell’Aquila: da una parte, la volontà di diffondere questa cultura dell’affidamento e di far riflettere le famiglie sulla grande opportunità data, dall’altra il compito di selezionare le famiglie affidatarie e di mettere in atto operazioni di formazione e percorsi per renderle ancora più adeguate al grande passo.
Una possibilità per tutti: secondo la scaletta di legge, infatti, i primi ad essere selezionati saranno i componenti di famiglie che hanno già dei figli, in secondo luogo le famiglie senza figli e infine i single, che vengono comunque inclusi nel progetto.
“Il nostro compito – ha spiegato la dottoressa Vittoria Correa, Presidente del Tribunale dei Minori – è quello di identificare, tra le coppie che hanno fatto domanda di adozione, quelle che sono adatte a passare all’affidamento, totalmente diverso. Dobbiamo capire se queste coppie sono motivate e adatte”.
Proprio dal Tribunale dei Minori, con l’aiuto dei giudici stessi, saranno organizzati i corsi di formazione per le famiglie, per far sì che i componenti siano pronti ad accogliere i nuovi ragazzi e soprattutto siano consapevoli dell’enorme spesa emozionale che un affidamento comporta.
«Abbiamo sempre creduto e insistito sull’affidamento – ha concluso la Presidente – e abbiamo proposto molte volte di arrivare a questo. Attraverso il protocollo, eviteremo che i bambini restino per troppo tempo istituzionalizzati».