
Per la terza volta, gli avvocati delle famiglie delle vittime del sisma dell’Aquila che si sono costituite parte civile nel processo alla Commissione Grandi Rischi si oppongono alla richiesta di archiviazione nei confronti dell’ex capo dipartimento della Protezione civile Guido Bertolaso, indagato con le accuse di omicidio colposo e lesioni colpose in un processo parallelo a quello principale.
Il primo processo ha già superato due gradi di giudizio, con sette condanne degli esperti dell’organo scientifico consultivo della presidenza del Consiglio in primo grado e sei assoluzioni in appello; è stato depositato lo scorso 13 marzo il ricorso in Cassazione contro le assoluzioni.
Dopo le prime due richieste di archiviazione, effettuate dal sostituto procuratore della Repubblica Fabio Picuti, entrambe non accolte dal gip, Giuseppe Romano Gargarella, il fascicolo è stato avocato dalla procura generale della Repubblica e affidato a Romolo Como.
Quest’ultimo ha svolto ulteriori indagini e alla fine ha diviso la posizione di Bertolaso in due filoni, chiedendo il processo per le 13 vittime del sisma per la cui morte è stato condannato in appello l’ex vice di Bertolaso, Bernardo De Bernardinis; l’archiviazione per altre 16 persone per la cui morte De Bernardinis è stato invece assolto. Oggi, con il primo deposito dell’avvocato teramano Wania Della Vigna, è cominciata la nuova sfilza di opposizioni che dovrebbero seguire con altri legali. Il gip Gargarella avrà a disposizione tre strade: archiviare come chiesto dalla procura, rigettando i ricorsi; disporre l’imputazione coatta, ossia obbligare il pm a processare Bertolaso anche se il pm non è d’accordo; disporre ulteriori indagini.
INTANTO L’AQUILA TORNA DI NUOVO AMARA – L’Aquila tappezzata di striscioni nel giorno del sesto anniversario della riunione della Commissione Grandi Rischi, che il 31 marzo 2009 escluse il rischio di forti scosse di terremoto a cinque giorni dalla tragedia del 6 aprile che ha causato 309 vittime: gli striscioni in vari punti del capoluogo sono firmati dal Comitato 3e32 e da Casematte e riportano stralci del verbale di quella riunione e delle intercettazioni telefoniche uscite negli anni successivi e legate alla vicenda.
Dagli esposti degli aquilani su quella riunione della Cgr è nato un processo che, il 22 ottobre 2012, in primo grado, ha visto sette condanne per omicidio colposo e lesioni colpose a sei anni di carcere, verdetto ribaltato il 10 novembre 2014 dalla sentenza di appello, che ha assolto sei esperti dalle accuse, condannando il solo vice capo dipartimento della Protezione civile, Bernardo De Bernardinis, con pena ridotta a due anni.
Il processo ora è atteso al giudizio di legittimità in Cassazione, mentre per gli stessi fatti a rischiare il processo c’è l’ex capo dipartimento Guido Bertolaso.