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Rischio valanghe sul Gran Sasso: «Attenzione»

La valanga è «una combinazione di vari fattori: fisica, chimica, condizioni meteo. E' necessario far prevalere il buon senso se si va sulla neve». E' il consiglio che Antonio Crocetta, delegato regionale Abruzzo del Corpo nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas), dà agli appassionati, commentando una valanga che ieri ha interessato il Vallone della Portella sul Gran Sasso, fenomeno del tutto naturale in zona in un periodo con temperature in rialzo e, spiega, il primo di una lunga serie.

Ben visibile da Assergi, il distacco naturale di neve di ieri, conseguente al forte innevamento e all'aumento delle temperature, prelude ad altri fenomeni simili.

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«Si tratta di una valanga di fondo - spiega Crocetta - un distacco normale su un pendio accentuato. E' una zona dove spesso si fanno fuoripista, ma dove i più prudenti non vanno in periodi come questo perché si sa che nei canaloni il rischio è alto. E' importante fare formazione, informazione e prevenzione in questo campo. Bisogna sapere che le montagne dell'Appennino sono soggette a repentini rialzi termici. Si può andare su creste, crinali, ma non nei canaloni sottovento».

Ieri mattina sul Vallone della Portella la neve è venuta giù in abbondanza portando con sé decine di alberi, da quota 2000 a poco oltre i mille metri. Anche nel Vallone sottostante la funivia che da Fonte Cerreto porta a Campo Imperatore il fenomeno è naturale tutti gli anni, ricorda Crocetta. «E' molto allettante praticare free ride su aree simili, ma non bisogna trascurare che siamo in ritardo di un mese sulla stagione e che quella è comunque una zona valanghiva pericolosa».

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