Centrale a biomasse: il ‘no’ dell’opposizione

3 aprile 2015 | 14:38
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Centrale a biomasse: il ‘no’ dell’opposizione

di Claudia Giannone

L’opposizione ribadisce il proprio no alla localizzazione della Centrale a biomasse nel capoluogo abruzzese: in un momento di confusione sull’argomento, dopo vari avvicendamenti, i diversi gruppi capitanati oggi da Guido Liris hanno deciso di far sentire nuovamente la propria voce.

Richiesta chiarezza sulle posizioni prese dal Comune e dalla Regione: in una passaggio di palla più volte contrastante, l’opposizione si trova ora a riassumere quelli che sono stati gli avvenimenti più recenti in relazione alla questione. Risale a novembre, infatti, la decisione del TAR a favore dei comitati cittadini “La Terra dei Figli” e “Pro Loco di Onna”: anche il Tribunale Amministrativo Regionle si era quindi espresso in modo contrario alla localizzazione della Centrale nella zona che, sicuramente prima più di adesso, era considerata il Nucleo Industriale della città.

«A L’Aquila – ha appunto specificato Emanuele Imprudente – non si può più dire che esista una zona industriale: questo è un altro punto che si aggiunge ai dubbi tecnici sulla costruzione. Ribadiamo con forza il nostro no politico».

Arriva, però, un atto formale del 27 febbraio 2015 in cui si ricorre nuovamente contro Comune, Provincia e tutti coloro che hanno votato in questo ultimo frangente: un documento in cui compare il nome di Giovanni Chiodi. Richiesta, quindi, per l’8 aprile, una commissione in cui ci sarà l’audizione di tecnici che potranno illustrare, oltre alla parte politica già analizzata, anche quella amministrativa. L’obiettivo? Far chiarire a Comune e Regione quella che è la loro vera posizione su questo tema.

Resta, comunque, la consapevolezza rafforzata dal TAR stesso: nelle zone a pericolo di alluvioni non è possibile costruire sottoterra. Essendoci, dunque, un sottolivellamento di due metri, il Tribunale aveva affermato che: “il ricorso trova assorbente accoglimento per la fondatezza di due rilievi censori. Il primo – già di per sé di carattere pregiudiziale e preclusivo – afferisce alla progettazione del contestato impianto a biomasse approvata dalla Regione mediante l’autorizzazione unica oggetto di impugnativa (con specifico riguardo alla presenza di un locale interrato, non consentito dal piano regionale per la difesa dalle alluvioni, in territorio soggetto a precauzione idrogeologica).

In aggiunta, anche il secondo rilievo censorio aveva confermato la ragione dei comitati cittadini: sempre nella decisione del TAR, questo secondo punto riguardava «b]l’illegittimità dell’atto di proroga dei termini rilasciato dalla Regione per la realizzazione dell’impianto, proroga intervenuta nonostante un tardivo adempimento della società autorizzata, che avrebbe dovuto piuttosto determinare la decadenza tout court del rapporto autorizzato, per mancato inizio lavori entro il prescritto termine attuale».

Un ritorno sul tema, molta confusione tra le parti ed una data fissata per fare chiarezza: non si può far altro che attendere la commissione richiesta per l’8 aprile.