
di Roberta Galeotti
Doveva succedere prima o poi che la disperazione portasse ad aggredire dei rappresentanti dello Stato.
Dopo una serie infinita di suicidi di imprenditori schiacciati e attanagliati da un SISTEMA troppo burocratizzato, troppo vincolato da norme e leggi contrastanti e da tasse troppo elevate, la rivolta sta montando tra la gente.
Il malcontento dilaga perchè la miseria, intesa come vera e propria POVERTA’, si sta insinuando tra le famiglie italiane che, ormai, sono costrette a fare i conti solo con licenziamenti, disoccupazione, tasse e fallimenti.
La moneta non gira, i consumi si fermano e le aziende non assumono, così le persone non sanno più cosa inventare per arrivare a fine mese.
La ricchezza è concentrata in pochissime mani e la forchetta tra ricchi e poveri si allarga sempre di più, essendo venuta a mancare la fascia di mezzo assorbita nelle fila della povertà.
La Politica, ridotta ad una squadra di collaboratori ed affaristi da soddisfare con stipendi, appalti e poltrone, è completamente assorbita in una dimensione sur-reale.
Max Weber sosteneva che quando «[i][i]si perde la visione politica, resta l’esercizio del potere personale[/i][/i]».
Ma quale sarà la ricetta da mettere in campo per far realmente riprendere l’economia?
Come si potrebbe immaginare un cambio VERO di mentalità ai vertici di governo di una povera Italia in balia della mediocrità?
Se nel 1992 un terremoto giudiziario ha spazzato via un’intera classe politica, creando una voragine che è stata colmata dai più spregiudicati e da tutta una serie di seconde file che si è ritrovata ‘al posto giusto, al momento giusto’; oggi rischiamo che un movimento di rivolta popolare sovverta gli ordini e le norme e crei un nuovo Big Bang socio-politico?