
Nelle giornate 15-16 e 17 maggio L’Aquila ospiterà l’Adunata Nazionale degli Alpini con una partecipazione stimata in più di quattrocentomila presenze.
Tra le sfide di un territorio che deve dimostrare di essere all’altezza dell’evento vi è la necessità da parte di ASM di rendere adeguato il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti nelle aree interessate.
Poteva essere questa l’occasione per sperimentare una nuova organizzazione del lavoro all’interno dell’azienda? Ad avviso della CGIL la risposta è decisamente SÌ.
«In più occasioni, infatti, è stato fatto rilevare come con 1 dirigente (2 fino a qualche mese fa), 5 quadri, 50 addetti tra amministrazione e servizi vari e 110 operatori del servizio esterno (autisti e operai), l’organico presenti una forte criticità nel rapporto tra “indiretti” e “diretti” alla produzione. Si è, quindi, tanto urlato sul rischio esuberi e privatizzazione e sulla necessità di rendere ASM più produttiva mediante l’aumento del contingente del servizio esterno poiché, peraltro, per i 110 addetti impegnati nel core business di ASM (ossia nell’attività principale dell’azienda) si presentano problematiche legate anche all’età media», così si legge in una nota divulgata.
«Ora, con un appuntamento nazionale di rilievo alle porte, si poteva e si doveva procedere nel verso giusto. E, invece, COSA SI FA? Risposta di sintesi: SI SPREMONO COME LIMONI SEMPRE GLI STESSI! Infatti, nelle giornate dell’Adunata degli Alpini gli operai e gli autisti del servizio esterno – gli stessi di sempre e non uno in più – dovranno lavorare per 12 ore consecutive! Non si è avuto il coraggio di fare altro e di prevedere, solidarmente, anche lo spostamento, con criteri oggettivi, di personale dal lavoro impiegatizio al servizio esterno. In ogni caso, superato l’evento eccezionale, la necessità per ASM resta quella di creare le condizioni per realizzare il miglioramento dei servizi per i cittadini mettendo in sicurezza il futuro dell’azienda e di tutti i suoi dipendenti. La CGIL chiede che si tenga un confronto come, peraltro, ribadito di recente in un documento. Gli obiettivi si raggiungono, infatti, con una distribuzione equa dei carichi di lavoro con itinerari di raccolta omogenei e con la previsione – perché è eticamente corretto – che al servizio più leggero (come la raccolta delle foglie al parco del Castello) non ci vada una persona di trent’anni ma, a rotazione, quelli che trenta ne hanno di anzianità di servizio e che hanno realmente qualche “acciacco”. Se vogliamo realmente intervenire per eliminare le storture del passato, bisogna “cambiare passo”. PER LA CRONACA: l’accordo che impone le 12 ore ai soliti “ortolani” non prevede altro e, anzi, il paradosso della vicenda è che quando ASM, per rispettare il contratto nazionale erogherà la produttività, la dovrà dare a tutti in egual misura, ossia “a pioggia”! Quel testo – privo di contropartita per i lavoratori interessati – è stato firmato mercoledì scorso e, sia chiaro, l’Azienda ha fatto il suo mestiere. Le RSU elette nella lista CGIL, coerentemente con quanto detto in assemblea, non hanno firmato. Gli altri, i Rappresentanti delle altre sigle, invece, diversamente da quanto sostenuto con i lavoratori, hanno subito sottoscritto l’intesa. Di certo, sono stati incauti e oggi qualche organizzazione sindacale, nel tentativo di un salvataggio in corner, già pone quesiti sulla sicurezza del lavoro e altro», così si esprime ancora Rita Innocenzi, segretario Generale FP CGIL.
«Una conclusione è d’obbligo: dove sono ora gli esperti di diritto del lavoro e di contrattazione che siedono negli scranni del Consiglio Comunale? Aspettiamo da un momento all’altro che il bolscevico Guido Liris si pronunci e… visto che ci riserva sempre delle sorprese, chissà… magari anche stavolta – asserendo con i brividi la frase “sto con i lavoratori” – interverrà a tutela di altri…intanto tra chi non ha “santi in paradiso” c’è chi schiuma per 12 ore!»