
di Valter Marcone
La lunga dialisi
di una rabbia
cresciuta
sulla rabbia
il coraggioso
e confuso
palpitare
delle stelle
come fuochi
sparsi
su un ombrello
blu,
gli stati della coscienza
profusi
nel vibrato
di un’inquietudine
quotidiana
la tentazione
di disfarsi
della propria immagine,
l’abdicazione
improbabile
e precaria
verso l’ormai,
il già oltre,
la tensione
dell’inudibile
tra le lacerazioni
enormi
dei suoni
cresciuti
tutti assieme
dentro
senza armonia,
bruciati
da pretesti
utili
a se stessi,
la contaminazione
dei segni
che hanno reso
illeggibile
la scrittura
del mondo
sulla pagina
quotidiana;
tutto
sospeso
e travolto
dall’inanità
di sé
tra le ambivalenze
dell’abitudine
a riarticolare
l’inventario
di carne ed ossa
del mio corpo
di uomo
in sintesi
e in verità
tra le intonazioni
e il ritorno
d’una parafrasi
spettacolare
sulle scale
del proscenio
d’un mondo
quotidiano
sotto la pioggia
di questo mese
di aprile.
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