Memorial Cerone, L’Aquila vince la fiaccola del ricordo

2 maggio 2015 | 19:46
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Memorial Cerone, L’Aquila vince la fiaccola del ricordo

di Gioia Chiostri

Tre lingue della stessa fiamma infuocata o una fiamma sola sgorgante da un tripode rafforzato? Ieri, la natura arbitrale del fair-play ha sbaragliato i nemici dello Sport infangato dal campanilismo. In una città di Pescina accaldata dal primo sole di maggio, si è svolta la dodicesima edizione del Torneo di calcio, un vispo triangolare, dedicato alla figura luminosa dell’atleta sezionale Gianfranco Cerone, un asso della personalità e un luminare dell’arbitraggio.

La festa dei lavoratori è stata, quindi, onorata dal ridestare le gesta di un grande uomo, tanto in campo, quanto nella vita privata di tutti i giorni. Tre delle sezioni abruzzesi più vicine per affetto e geografia si sono ritrovate a disputare il torneo del calcio memore nel campo sportivo comunale ‘Barbati’ pescinese: la sezione arbitrale di L’Aquila, la ‘sorella’ di Sulmona e quella d’Avezzano, sezione di casa, hanno riacceso, ad un anno di distanza, la fiamma vestale dell’eternità. Un Derby a tre facce, quasi, che ha visto primeggiare la sezione arbitrale proveniente dal Capoluogo d’Abruzzo. La coppa Cerone è stata consegnata, di fatti, nelle mani del capitano aquilano Federico Dionisi, arbitro in Lega Pro, dalla moglie stessa del compianto arbitro e dirigente Cerone. Un saluto sportivo reso immortale da neonate eccellenze atletiche.

«Ogni primo maggio – spiega il presidente della Sezione Aia di Avezzano, Alfredo Leonetti – al triste rintocco dell’anniversario della scomparsa dell’amico e collega Gianfranco Cerone, avvenuta nel 2003, tre territori, uniti dalla bellezza dell’arbitraggio, si danno appuntamento sotto lo stesso tetto metaforico. Molti giovani che oggi hanno giocato il Triangolare di calcio ‘Cerone’ non hanno avuto, magari, nemmeno la fortunata possibilità di conoscere questa figura fenomenale, ma poco importa: il suo spirito, le sue gesta e i suoi consigli quasi paterni affiorano grazie ai racconti degli arbitri veterani. Le matricole che si sono contese la coppa della vittoria, sanno di partecipare con il cuore e con l’anima ad una manifestazione che di competitivo ha ben poco». Commossi e animati dalla stessa istantanea del ricordo anche gli altri due presidenti sezionali, quali Berardino Lattanzi, per la Sezione di L’Aquila, e Giulio Di Bartolomeo, per la Sezione di Sulmona. «E’ davvero emozionante notare come lo spirito associativo, ogni anno, si dimostri sempre più forte grazie al Triangolare del ricordo. – così il primo presidente – Noi basiamo la nostra opera sulla tecnica e sulla formazione, è vero, ma non marginalizziamo mai l’umanità delle persone. Ricordare Cerone è un piacere nonché un onore, perché fece molto per l’intero movimento arbitrale abruzzese». La moglie di Gianfranco Cerone, la dottoressa Rita Di Paolo, presente alla manifestazione assieme alla figlia Francesca, ha premiato tutte e tre le squadre partecipanti con tre coppe di diseguale grandezza, ma forgiate tutte dall’acciaio dell’immortalità del gesto simbolico.

Tre match da 2 tempi di 22 minuti ognuno: queste le coordinate temporali del Triangolare. Fischio d’inizio alle ore 15 in punto. Sul campo d’erba, va subito in scena la competitività marsicano-aquilana. Il fine primo tempo vede il risultato parziale assestarsi sullo 0 a 0; al 15° minuto, viene espulso per proteste l’atleta Valerio Di Cola, appartenente alla compagine avezzanese. Un piccolo incidente di percorso sull’asfalto dello sport agonistico, che, però non ha condotto, fortunatamente, ad una reazione avversaria. Primo match concluso su di un calmissimo 0 a 0: sul campo di battaglia, resta un Olivieri (Avezzano) infortunato, ma non grave. Prima partita vinta dalla compagine del capoluogo che spadroneggia ai rigori. Risultato finale di 6 a 5, agguantato grazie ad una magistrale parata del portiere rossoblù che blocca l’avanzata marsicana. Ad arbitrare il primo match, una terna tutta sulmontina: Amatangelo ha dato il fischio d’inizio assieme ai due assistenti Rosso e Giallorenzo, rispettivamente numero 1 e 2.

Seconda partita infuocata che vede un Avezzano accelerare il passo con una splendida doppietta di Di Cola (primo goal segnato al 18esimo minuto del Primo Tempo e il secondo ad un tiro di schioppo dall’inizio della ripresa). Degne di nota le parate del portiere marsicano Di Felice, che sbarra la porta di casa agli atleti sulmontini per ben due volte. Terna arbitrale tutta aquilana, questa volta, con a capo Alessandro Di Virgilio supportato dagli assistenti Carluccio Ferdinando (1) e Giovanni Di Nicola (2). Chiude la partita con un 3 a 0 di fattura, l’avezzanese Capretti, che segna l’ultimo goal al minuto 15esimo del Secondo Tempo.

Terzo match avvincente, infine, quello disputato fra un’Aquila vorace e un Sulmona determinato. Segna all’ 8° minuto della prima trance di gioco, il numero 8 rossoblù, con un goal di cuore. Il Secondo Tempo vede lo schietto trionfo della compagine del capoluogo, con un goal di eco segnato dal capitano della squadra, Dionisi. Al 13° viene fischiato un fallo da rigore sul portiere aquilano; punizione trasformata in goal grazie all’attaccante Pezzopane. Sulmona, però, reagisce e tocca il cielo con un dito al minuto 17°, portando il risultato al 2-1. Ma non basta: una parata che va liscia come l’olio, al 22° del Secondo Tempo, segna la fine della terza partita del torneo.

Il Calcio non è mai stato così sentito. Arbitri nel weekend, hanno indossato per un giorno le maglie della propria zona territoriale – rispettivamente di tinta rossoblù per L’Aquila, amaranto per Sulmona e blu-celeste per i padroni di casa – gareggiando per un titolo altissimo e denso di senso quale il saluto ad un tifoso della vita e dello sport pulito. «Questo Memorial calcistico è dedicato ad una figura straordinaria della Sezione di Avezzano – così il vice presidente sezionale ‘G. Ferri’ marsicano, Nicola Berardis – Io lo conobbi tanto tempo fa, e posso ben dire che in vita abbia dato davvero tutto sé stesso agli arbitri di Avezzano. Sotto la sua ala protettiva, tante eccellenze arbitrali sono nate e fiorite, come Valter Tullio, approdato in Serie C o Giuseppe De Santis, assistente in Serie A e a livello internazionale. Il primo maggio è una data particolare per noi della sezione ‘Giacomo Ferri’: oggi, 33 ragazzi si sono dati appuntamento su un campo da gioco verdeggiante per dare il loro contributo alla memoria. Il triangolo L’Aquila-Avezzano-Sulmona, oramai, si è più che consolidato: non si tratta di una sfida a tre, ma di un triplo divertimento. Con il giuoco del calcio hanno rincuorato lo spirito del ricordo». Ad arbitrare il match L’Aquila-Sulmona, la vincitrice del Premio Cerone 2015, la giovanissima Federica Montaldi, bandiera di un arbitraggio ‘unisex’, spalleggiata dagli assistenti Diego Carnevale e Gianluca Fantozzi.

Terza classificata del Torneo ‘Gianfranco Cerone’, la squadra sulmonese; secondo posto per la compagine d’Avezzano e medaglia d’oro, invece, per il team aquilano. Poche pennellate bastano, in fondo, per disegnare la figura sempre vigile di un marinaio dello sport in tempesta. «Un grande dirigente e una grande persona. – aggiunge il presidente sezionale di Sulmona – Partecipare, però, vale sempre il doppio rispetto dell’atto del vincere; perché si può vincere in tanti modi, ma si partecipa al ricordo solo in uno, unendo le forze per il miglioramento generale». Delineare a chi non l’ha mai visto, un volto oramai lontano nel tempo, non è operazione facile.

Ma la schiettezza dei ricordi aiuta: «Quando Gianfranco s’ammalò, non volle darlo a vedere a nessuno: era un uomo dignitosissimo. Quando andammo a trovarlo, ricordo che si rizzò dal letto nonostante gli acciacchi fisici, proprio per non farci preoccupare. Io – conclude Berardis – sono emigrato dalla sezione di Campobasso a quella arbitrale di Avezzano anni e anni fa; ero uno straniero spaesato. Gianfranco, con la sua aria paterna, divenne il mio tutor e il mio mentore. Lo ricordo come il più brillante dei comunicatori: i giovani, oggi, hanno bisogno di questo tipo di ‘custodi’. Gli angeli protettori non sogliono essere solo leggenda per i più credenti». Cena familiare finale presso il ristorante di Aielli, ‘Il Casale’: le tre squadre, accompagnate dai rispettivi presidenti di Sezione, hanno gustato assieme un pasto da campioni e ricordato, come solo a tavola si fa, la ricchezza di poter ritrovarsi ogni anno, alla stessa ora e allo stesso posto, a contemplare l’eternità di un insegnamento: l’arbitraggio, in fondo, è anche e soprattutto questo: una agguerritissima comunione d’intenti.

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