
di Fulgo Graziosi
Mancano pochi giorni al grande evento e per la città si respira un’aria carica di emozioni, di attese, di speranze, affinché tutto proceda per il meglio, anche se non mancano i soliti disfattisti, per i quali nulla si dovrebbe fare, nulla si dovrebbe programmare e neppure pensare. La città, secondo questa gente, dovrebbe morire di inedia. Già siamo troppo statici rispetto alle altre realtà regionali e la differenza di livello, di vita, di progresso e di considerazione da parte del prossimo appare alquanto divaricato. È vero che il degrado della viabilità cittadina è al limite. È vero che la città è alquanto sporca. È vero che la circolazione è del tutto particolare, lo è sempre stato. È altrettanto vero, però, che con grande fatica e sacrificio stiamo venendo fuori da un devastante terremoto che, bene o male, ha inginocchiato la città, i cittadini, gli equilibri sociali e tutto ciò che ne deriva.
Se la strada, Viale della Croce Rossa, interessata dalla sfilata sia stata pavimentata di recente, non rappresenta una nota di demerito, tutt’altro. La decisione assunta andrebbe sostenuta e si dovrebbe dare atto all’Amministrazione comunale di aver assolto un doveroso obbligo, al quale la città non avrebbe dovuto mai mancare. In nessun caso. Forse non abbiamo ancora digerito un importante concetto. Da diverso tempo abbiamo perduto credibilità e considerazione a livello nazionale e comunitario, a prescindere dalle cause. La Regione ci sta spogliando anche della cultura, ponendo a nudo la nostra scarsa reattività dialettica.
Questo è il momento di dimostrare , prima di tutto a noi stessi, agli italiani e ai cittadini del mondo che ci osservano costantemente, che, invece, abbiamo le capacità necessarie per aggregare non solo tutte le realtà abruzzesi, ma, anche e soprattutto, quelle nazionali e internazionali che ci aspettano alla prova del nove per verificare se siamo capaci di dare lustro a uno dei più importanti e significativi eventi nazionali: l’88esima Adunata Nazionale degli Alpini.
Ci sono stati vicini moralmente e materialmente nei giorni del dolore. Sono tornati ad avvicinarsi a noi in questa circostanza. Dobbiamo essere noi ad allargare le braccia per accogliere con un grande e affettuoso abbraccio tutti gli Alpini che verranno nella nostra città, per trasmetterci, ancora una volta, l’attenzione e la considerazione di cui abbiamo veramente bisogno.
Dovremmo avere la capacità di trasmettere agli Organi Governativi la considerazione e la profonda stima che gli Alpini hanno voluto riservare all’Aquila e agli aquilani per far riaprire i tavoli tecnici della corretta e urgente ricostruzione di una delle più belle città d’Italia. Per una volta lasciamo da parte le polemiche spicciole, laviamo i nostri panni nelle opportune sedi, dando una mano agli Amministratori per costruire e non per demolire la città, il territorio e la struttura sociale degli stessi aquilani.
Abbiamo lottato tanto per conquistare la sede dell’Adunata Nazionale Alpini. È stata una lotta senza quartiere contro le aspettative e le pretese di altre città italiane più titolate. Ora non è tempo di futili discussioni. Oggi dobbiamo rimboccarci le maniche per contribuire alla buona riuscita della manifestazione che, non a caso, lascerà sul territorio una buona dose di preziose risorse economiche.
Accogliamo gli Alpini con gli onori che meritano, anche per rendere omaggio alla memoria di tantissimi militari abruzzesi che si sono immolati nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale per offrire ad ognuno di noi una Patria e migliori condizioni di vita.