Dopo la festa

13 maggio 2015 | 04:28
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Dopo la festa

di Valter Marcone

La banda imprigionata sotto un tetto di plexiglas

immagina di suonare l’area finale

d’un melodramma d’amore, d’avventura

di fuoco, di morte e dolore,

s’affannano le luci a voltaggio alternato

ad illuminare la piazza sotto una luna maculata

da un cielo di terracotta e gomma rosa.

I gatti nel cortile di pietra miagolano

come spettri afasici in deliquio;

delle voci del giorno appena smorzato

dalla notte padrona che ha legato col fil di ferro

in una ragnatela lunga e fitta l’emisfero

d’un pianeta azzurro, nulla.

I volti della gente dopo la festa

in tante bolle scivolano

in diorama sullo schermo;

gli uomini a cavallo più alti dei grattacieli

con le lance scheletrite si battono

in un gigantesco torneo e il saracino

gira, gira, gira su se stesso

come il mondo di questi uomini

che ascoltano stasera una banda

sotto una cassa-armonica di cartapesta

pronta a franare alla prima pioggia,

al primo vento

al primo respiro che fa veramente

respirare.

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