
Clima caldo nel Progetto C.A.S.E.
Questa mattina alcuni assegnatari del Progetto C.A.S.E. di Sant’Elia 2 hanno chiesto
l’intervento della Guardia di Finanza al fine di far accertare l’anomalo funzionamento
dell’impianto di riscaldamento e dei contabilizzatori che rilevano i consumi.
«E’ stato necessario ricorrere alle Fiamme Gialle – si spiega in una nota divulgata da Andreina Pellegrini per ‘Domiciliati Case’ – visto che, nonostante le alte temperature,
e ben oltre la proroga concessa, gli impianti di riscaldamento erano ancora funzionanti.
Nonostante il termostato fosse messo in posizione estate e la temperatura a zero, i radiatori si
scaldavano comunque».
«E’ stata chiamata la Manutencoop che tramite un operatore di Bologna ha detto di non
conoscere le date di spegnimento degli impianti. Lo stesso operatore ha fornito agli
assegnatari il numero dell’ufficio preposto del Comune».
«Immediatamente contattato l’ufficio comunale l’addetto che ha risposto non è stato in
grado di fornire informazioni su eventuali ordinanze di proroga sulle accensioni il tutto con
toni decisamente poco cortesi.
Durante le prove fatte alla presenza degli Agenti, dopo aver chiuso i radiatori tramite le
manopole di cui sono dotati, è stato anche accertato che i misuratori “giravano”».
Gli assegnatari del Progetto C.A.S.E. in questa “singolare” gestione dei Complessi
Antisismici continuano ad avere prove che quanto il Comune richiede per i consumi molto
probabilmente non corrisponda a quanto effettivamente consumato.
«Le caldaie continuano a funzionare consumando gas ben oltre la data in cui la Legge ne
prevede lo spegnimento – spiega ancora il firmatario della nota – e non si può pretendere che siano i cittadini a pagare.
A seguito di questo episodio tutti vorranno ancor più avere certezza sui reali consumi in
cui molto probabilmente rientrano anche “sprechi” estivi.
Alla luce di ciò a fronte delle “intimazioni” al pagamento inviate dal Comune la risposta
degli Assegnatari sarà chiedere chiarezza sulle fatturazioni.
Considerato il danno erariale di cui si è occupato la Corte dei Conti ci si chiede se questo
“spreco” non vada ad accrescere il disastro a tutti noto», questa la conclusione.