
Fermento, a L’Aquila, per l’evento centrale dell’Adunata Nazionale degli Alpini: la grande sfilata in programma per domani, domenica 17 maggio.
Per la manifestazione in città sono attese anche numerose autorità. Ci sarà, ad esempio, anche il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino. Il governatore è atteso questo pomeriggio nel capoluogo abruzzese. Chiamparino, che aveva già partecipato lo scorso anno all’edizione numero 87 di Pordenone, sarà spettatore interessato visto che il prossimo anno l’Adunata si svolgerà nella sua regione, ad Asti, dal 13 al 15 maggio 2016.
Numerosi Alpini, oltre che da tutti gli angoli dell’Italia, arriveranno dall’estero. In particolare, sono 30 i gruppi Ana estero che parteciperanno all’adunata e a questi bisogna aggiungere i 5 Gruppi autonomi. Le associazioni estere sono in totale 133, i soci sono complessivamente 3332.
Oggi all’Aquila c’è stato un convegno con le penne nere nel mondo, sparse in trentuno paesi, dall’Australia al Sudamerica passando per il Sudafrica: migliaia di iscritti, emigranti italiani che i legami con la loro terra li mantengono anche grazie all’essere orgogliosamente alpini. Con loro anche rappresentanti dell’Ifms, la federazione internazionale soldati di montagna.
Presenti all’incontro anche il generale Federico Bonato, comandante degli alpini; il presidente Ana, Sebastiano Favero e il vicepresidente nazionale Ana, Ferruccio Minelli, che ha la delega proprio per le sezioni all’estero.
«La sezione alpini all’estero ha per noi un significato straordinario – spiega Minelli – parliamo di persone che da questo paese non hanno avuto nulla e sono stati costretti ad emigrare, eppure mantengono vivo il rapporto di amore con la loro patria». «Tra loro c’è anche chi ha fatto la campagna di Russia – continua Minelli – e l’età purtroppo è sempre più alta, perchè abolita la leva obbligatoria, nelle sezioni estere è venuto meno il ricambio generazionale».
Per tanti alpini d’oltralpe e d’oltreoceano, l’occasione per tornare in patria e conoscere L’Aquila e l’Abruzzo, rinnovare amicizie e passioni senza frontiere.
Roberto Puntel, friulano, da vent’anni in Australia, spiega «torno in Italia per ogni adunata per incontrare gli amici, quest’anno è particolare, perchè vedo L’Aquila, che abbiamo aiutato con un raccolta fondi sei anni fa. La sezione all’estero è per noi importante, perchè un luogo di ritrovo, dove si organizzano cene, serate di ballo, e momenti di solidarietà e aiuto». Bruno Roncarati arriva invece dall’Inghilterra: «Sono emigrato 30 anni fa, ho iniziato a fare il cameriere, ma mi sono sempre sentito un alpino, che ama la montagna e la sua patria lontana». Egidio Lot, da Vittorio Veneto, è emigrato a Zurigo: «E’ la mia cinquantesima adunata, per me è un appuntamento imperdibile perchè significa fratellanza, nell’essere lavoratori emigranti e anche nell’essere alpini». «In Argentina – spiega poi Fernando Caretti – eravamo 1800 alpini della sezione esteri, ora siamo molti di meno, e più anziani, ma non fa nulla, andiamo avanti e teniamo duro».
Delle delegazioni Ana all’estero sono presenti in Europa Svizzera, Francia, Belgio, Germania, Gran Bretagna, Nordica (Svezia), Danubiana (comprende Ungheria, Bulgaria e Romania) e Lussemburgo. In Nord America: New York e Canada. In Sud America: Argentina, Brasile, Uruguay, Cile e Colombia. In Africa: Sudafrica. In Australia. La Sezione più vecchia è quella della Gran Bretagna costituita nel 1928. Il presidente è Bruno Roncarati. Con loro sfileranno Zara, Fiume e Pola, Gruppi della Sezione di Venezia.
I soci delle Sezioni all’estero tengono viva la memoria attraverso le cerimonie legate alle feste nazionali italiane come il 2 Giugno e il 4 Novembre. Organizzano incontri con i giovani delle scuole, avendo istituito diverse Borse di studio che vengono conferite anche per tramandare la cultura alpina e l’italianità all’estero. Il prossimo appuntamento di rilievo sarà in Belgio a Marcinelle, il prossimo 4 e 5 ottobre per il primo raduno degli alpini in Europa una prima storica che avviene in concomitanza con l’annuale incontro per il ricordo della tragedia in cui morirono numerosissimi minatori italiani, tra cui molti alpini.