
di Maria Chiara Zilli
E’ arrivato, a L’Aquila, l’atteso momento della manifestazione finale dell’Adunata Nazionale degli Alpini: una tre giorni che ha riempito di vita e allegria il capoluogo abruzzese.
Un fiume di Penne Nere ha sfilato nel cuore della città unendo simbolicamente le due caserme: la caserma Rossi, a due passi dalla Fontana Luminosa che nei giorni scorsi, per celebrare l’occasione, ha ‘indossato’ il tricolore grazie ad un gioco di luci e la caserma Pasquali, nella zona ovest, nei pressi dell’uscita L’Aquila ovest dell’autostrada A24.
L’emozione, che già nei giorni scorsi è salita alle stelle, oggi ha raggiunto il suo picco. La città si è completamente fermata per accogliere il grande evento e dalle strade, chiuse al traffico e decorate dalle bandiere, sgorga ancora l’allegria che ha investito la città negli ultimi tre giorni. Una città che mostra ancora gli evidenti segni del sisma che l’ha colpita nel 2009, ma che per l’occasione ha indossato l’abito della festa, cercando di accogliere l’allegro oceano alpino con colori, gioia e gratitudine.
Uno scenario che forse per la prima volta da sei anni a questa parte riporta in città, anche se solo per tre giorni, lo spensierato spirito del pre-sisma. Un contesto che ha trasformato molte zone aquilane, ad esempio piazza Santa Maria Paganica, in inediti e festosi luoghi di aggregazione: dietro le macerie, davanti la musica e i sorrisi dei giovani. Queste bellissime Penne Nere L’Aquila non l’hanno soltanto accudita quando è caduta, le hanno fatto anche il solletico per farla ridere.
Quasi solo sorrisi e risate per accogliere un popolo di volontari con la Penna Nera che in occasione del terremoto tanto ha fatto per la popolazione aquilana, nonostante gli inevitabili disagi legati dalla grande concentrazione di persone insita in questa manifestazione, soprattutto in relazione alla viabilità.
Sono venuti nel 2009 per darci, insieme a tutti gli altri volontari e membri delle forze dell’ordine, un letto e un pasto caldo, ora sono tornati per ridare una casa anche alla nostra anima. C’è solo un quesito che impensierisce tanti aquilani: lunedì come faremo?