
Sarà chiuso il prossimo 30 giugno il centro trasfusionale di Avezzano che necessita di lavori di adeguamento e messa a norma per ottenere l’accreditamento regionale.
Dal primo luglio prossimo non sarà più disponibile raccogliere, o donare, il sangue ad Avezzano, di conseguenza la regione Abruzzo perderà più di 6.500 sacche di sangue.
L’Avis, che gestisce con i suoi volontari il centro trasfusionale, ha messo a disposizione una Tir emoteca con 4 postazioni attrezzate, proveniente dalla Campania, ma la burocrazia e il rimpallo delle competenze sta bloccando tutta l’operazione.
«La carenza di 6.500 sacche di sangue rappresenterebbe un’emergenza sanitaria di proporzioni enormi per l’intera regione Abruzzo» spiega Luigi Dell’Orso, primario del Servizio Immuno-trasfusionale della Asl1.
Tutti i protagonisti ne sono consapevoli, ma la pratica resta ferma sui tavoli della Asl.
Il rimpallo di competenze, tra l’ufficio “convenzioni” e quello “beni e servizi”, lascia la questione in un’intollerabile ed insostenibile impasse che dura da qualche mese e che, ormai a ridosso della fatidica data di chiusura (30 giugno, ndr), rischia di diventare un’emergenza sanitaria vera e propria.
La burocrazia è talmente vischiosa, inoltre, che la tir emoteca, accreditata nella regione Campania, dovrebbe essere privata delle ‘4 poltrone e delle relative attrezzature’ di cui è provvista, che dovrebbero essere sostituite con altrettante poltrone ed attrezzature accreditate dalla regione Abruzzo.
La Asl è in forte ritardo per l’appalto dei lavori di adeguamento del centro trasfusionale e l’unica soluzione, che consentirebbe la continuità della raccolta sangue ad Avezzano, è rappresentata da una struttura mobile temporanea.