
di Marina Imparato*
Caro premier,
sono una semplice insegnante di scuola superiore, insegno
nel liceo inventato da chi vi ha preceduto “Liceo economico sociale”.
Vi
insegno da due anni prima ho insegnato in un Itis, prima in un Liceo
scientifico e via così, fino a che senza mai avere avuto alcuna
raccomandazione o aiuto di sindacati o predidi conoscenti, sono riuscita
ad avvicinarmi a casa.
Ora finalmente non devo più fare 100 chilometri al giorno
per raggiungere il posto di lavoro.
Quando ho ottenuto il trasferimento ho
creduto di stare per raggiungere un obbiettivo, poter lavorare
serenamente, avere più tempo da dedicare ai miei alunni, e invece mi sono
ritrovata in un ambiente comandato da chi lì c’era da tanti di quegli
anni che nulla e nessuno poteva scalfire.
Un ambiente fatto di nonnismo,
di rapporti di fiducia creati unicamente da conoscenze “paesane”.
Il luogo
è l’ Abruzzo io sono Napoletana doc e, non essendo del luogo anche se ci
vivo oramai da tanti anni, non ho conoscenze pregresse. Questo per cercare
di spiegarle che la sua e la mia Italia è un paese dove non è la
mentalità della città a comandare ma, quella della provincia dove tutti
sanno tutto di tutti ma, con chi non sa, dicono di non sapere, di non
conoscere.
La sua e la mia Italia è fatta di questi paesi e di questa
mentalità, dove solo il tempo potrà fare la differenza.
Questo per dirle che non sara’ certo la sua riforma a migliorare le cose,
anzi essa non farà che legittimare un atteggiamento clientelare e
prepotente che già esiste.
Inoltre se lei vuole dare il merito agli
insegnanti che fanno il proprio dovere, così come voleva darlo il Ministro
Berlinguer, che ben ricordo, all’epoca ero una precaria, dovrebbe far in
modo di dare più importanza alla didattica, più importanza a tutti
quegli insegnanti che come me,come le formichine cercano ogni giorno di
aggiungere delle piccole tessere alla mosaico finale.
Non le rubo altro tempo, la saluto ricordandole che nessuno conosce il
mondo della scuola come noi insegnanti e che mi creda questa riforma
sicuro non aiuterà la crescita culturale di questo paese, perché non
cambia le cose sbagliate va solo ad aiutare la gestione amministrativa
dell’organo scolastico sminuendo ancor di più il ruolo del docente.
Distinti Saluti
[i]*lettrice e insegnante [/i]