
di Maria Tomassetti
Esattamente una settimana fa si chiudeva l’88esima Adunata nazionale degli Alpini e tutti, a L’Aquila, continuano a parlare di “depressione post adunata”.
Alpini provenienti da ogni dove si apprestavano a “spicchettare” le tende per mettersi di nuovo in marcia verso la propria terra d’origine. Mi piacerebbe, a distanza di pochi giorni, ripercorrere alcuni attimi che hanno caratterizzato il momento più atteso della manifestazione.
Una breve ed esclusiva intervista al Generale Franco Federici, già Comandante del 9° Reggimento Alpini L’Aquila, ora Comandante della Brigata alpina Taurinense, apre la nostra giornata del 17 Maggio.
Che cosa prova a tornare qui a L’Aquila per questa manifestazione dopo esservi stato Comandante?
«È naturalmente una grandissima emozione ed è un’emozione tripla, perché come primo motivo torno da Comandante della Taurinense ed il 9° Reggimento Alpini è parte della Taurinense; il secondo perché ho comandato il 9° Alpini ed il terzo perché ancora prima ho comandato il Battaglione Alpini L’Aquila che in Abruzzo è veramente un’istituzione; quindi grande emozione, grande entusiasmo».
L’importanza che questa manifestazione ha avuto ed avrà per L’Aquila secondo lei?
«Certamente, così come ha detto il sindaco Cialente in più circostanze, sarà uno spartiacque fondamentale per avere un rilancio veramente definitivo, affinché si possa gioire di una città di nuovo viva e di nuovo vissuta».
Già dal mattino presto all’interno della Caserma Rossi si respirava una forte attesa ed emozione per l’imminente sfilata. Ad aprire il corteo, dopo che il Capo SMD Gen. Graziano ha passato in rassegna il 9° Reggimento e i gonfaloni dei Comuni accorsi con le loro delegazioni da tutta la Regione, è stato il Colonnello Iacobucci, attuale Comandante del Reggimento ed a capo del comitato organizzatore dell’evento.
L’entusiasmo degli spettatori era incontenibile: sorrisi e fragorosi applausi facevano da cornice al passare delle delegazioni provenienti da tutta Italia. Vecchie ma conosciutissime canzoni “Alpine” sono state la “colonna sonora” della manifestazione; le fanfare proponevano con i loro strumenti la melodia e tutti, come se si fosse parte di un unico grande coro, accompagnavano con la voce e le parole le bellissime melodie.
Bandiere tricolori, penne nere, divise verde-grigio e camice a quadri azzurre hanno colorato le strade durante la sfilata. Ciò che appare ai nostri occhi è un grande quadro animato che il pittore ha realizzato con soli quattro colori: il verde, il bianco, il rosso e il nero.
Gli alpini hanno portato gioia e vitalità in ogni angolo d’Abruzzo. Infatti non solo L’Aquila, ma anche i paesi limitrofi sono stati invasi pacificamente. Ogni strada è stata addobbata con bandiere tricolore o cartelli di benvenuto. Anche i nostri piccoli borghi di montagna spesso esclusi da questi eventi hanno avuto la possibilità di essere testimoni. Tutti, grandi e piccini, erano in attesa di accogliere sconosciuti che già sentivano amici. Non solo dal punto di vista materiale, ma soprattutto dal punto di vista “morale”, gli Alpini hanno continuato a ricostruire una città duramente colpita e sono stati capaci di dare conforto anche all’anima più triste e affranta.
Abbiamo ricevuto in eredità da questa manifestazione valori da depositare nella cassaforte del cuore: l’amore verso il prossimo, l’amore verso la patria, l’importanza del fare il proprio dovere sempre, il peso del sacrificio necessario per giungere alla leggerezza e alla soddisfazione dell’obiettivo prefissato, la bellezza di un sorriso. Riconoscere che tutti siamo uguali, seppur diversi, e ciò che conta è la coesione del gruppo, proprio come la montagna ha loro insegnato, perché nel momento delle difficoltà non c’è gerarchia, razza o ideale politico che possa contare più del sostenersi gli uni gli altri come fratelli.
Conoscendo il sacrificio e la sofferenza, gli Alpini ci hanno insegnato ad apprezzare e valorizzare la vita nel miglior modo possibile. È stata una grande festa a cui tutti sono stati invitati; una festa dove non devi portare nessun regalo o preoccuparti del vestito che indosserai, perché l’unica cosa che conta è essere se stessi e divertirsi. Ringraziandoli tutti, e complimentandoci con coloro che hanno organizzato in maniera impeccabile l’evento, ci salutiamo con un arrivederci ad Asti 2016!