Un altro giorno

27 maggio 2015 | 05:48
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Un altro giorno

di Valter Marcone

Un’aria di vetro come vibrasse dentro una gemma

imbriglia porose montagne gialle e marrone

nel tentativo di disegnare un paesaggio

di argilla da stemperare al sole del mattino

confondendo il tradimento del buio

che non è riuscito a reintegrare il mondo

nella simmetria allungata e appiattita

degli sguardi degli uomini appena svegli:

liturgicamente riaccosto le membrane

dei colori, dei suoni, degli odori

del mondo di ieri per un puzzle

gigante che mi prende tutto l’orizzonte

senza possibilità di andare oltre;

mi fermo e indago in silenzio

sugli inenarrabili intrighi ritmici

d’un mondo ricomparso all’improvviso

e d’un tratto nella testa tutto mi va in pezzi

con ferocia, con dolore, con lamenti di morte,

mi stringo tra le braccia lo scoppio

del sole fino alle profondità inaudite

dell’universo

e sento disfarsi di nuovo il mio uomo di ieri

tra i salti d’ottava d’una estensione

melodica martellata dai timbri

possenti d’un battito di cuore.

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