
di Claudia Giannone
Grande convegno presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi dell’Aquila: l’incontro con gli studenti, ma anche con tutti coloro che hanno voluto assistere, denominato “L’Aquila Città Mutata”, ha riguardato, come è possibile intuire, un’attenta analisi dell’Aquila post sisma. L’Aquila che, secondo le parole del vicesindaco Nicola Trifuoggi, «sarà più bella di prima». L’Aquila con le sue difficoltà, con i suoi ostacoli, con i suoi impedimenti e con i suoi cambiamenti.
Ad illustrare l’argomento, una successione di personaggi noti nell’ambiente aquilano: diversi punti di vista per una visione complessiva della situazione. Possibile suddividere in due parti la giornata: il versante che riguarda il tessuto sociale ed il versante che, al contrario, vede la città nella sua praticità e nella sua concretezza.
“Ricostruire le reti sociali attraverso la condivisione delle pratiche fruitive”, “Adolescenti e catastrofi: un’esperienza sul campo”: solo due tra gli interventi proposti nella mattinata, nel momento in cui si parla di quello che è l’aspetto emotivo in seguito al sisma, soprattutto per ciò che riguarda i più giovani. Parole di sociologi, geografi e studiosi che hanno continuato ad analizzare la vita dei ragazzi: una ricerca di spazi sociali e di modi per trascorrere il tempo libero in giovane età.
Ma non solo: è nel pomeriggio, infatti, che la conversazione va avanti, verso un argomento che riguarda la città dell’Aquila, ma non dal punto di vista della vita che si conduce, bensì del territorio stesso. “Città mutante, città persistente. Traiettorie di sviluppo dell’Aquila prima e dopo il terremoto”, “Una geografia politica dell’Aquila e delle sue frazioni”, prima di giungere ad un grande intervento di Raffaele Colapietra, che intavola un discorso su “I Castelli fondatori e la città dell’Aquila: un rapporto lungo e difficile”.
Il centro storico, la periferia, le diverse frazioni: ognuna delle tre parti citate rappresenta un terzo del territorio aquilano. Punti di riferimento distinti nel discorso seguito per l’intero pomeriggio, ma una situazione uguale in tutti i luoghi.
Per concludere, una tavola rotonda con tutti i rappresentanti delle diverse frazioni: Onna, Sassa, Roio, Arischia, Paganica, Camarda, Bagno, San Vittorino e Preturo. Un confronto con più interventi che da un lato vogliono concludere la giornata, ma dall’altro hanno tutta l’intenzione di portare all’attenzione una particolare situazione dei singoli paesi, nonostante il discorso riguardi il complesso di tutte le realtà.