
di Valter Marcone
Il 26 maggio scorso, all’Auditorium Renzo Piano, si è tenuta la prima riunione del costituendo Urban Center. Molte le associazioni presenti, almeno 80, oltre a Sindaco, assessori e dirigenti.
In questa riunione preliminare, annota su Facebook Walter Cavalieri di Policentrica, gli assessori e il sindaco hanno sottolineato il carattere originale di questo U.C. aquilano che sarà allo stesso tempo informativo e partecipativo. La discussione si è incentrata sui passi da compiere per formalizzare la costituzione e il funzionamento dell’associazione. In particolare si è sottolineato che l’assemblea dei soci è sovrana nella scelta dei criteri per la redazione del Regolamento e per l’elezione degli organismi. Ci si è lasciati con l’impegno di comparire dinanzi a un notaio entro 10 gg e di convocare l’assemblea nei successivi 15 gg. Quindi entro un mese l’U.C. dovrebbe essere pienamente funzionante.
Presente in diverse realtà italiane ed europee, L’Urban Center è un luogo dove ci si confronta coinvolgendo cittadini, associazioni ed enti nella pianificazione urbanistica, nella discussione di problematiche inerenti la ricostruzione, nel nostro caso, e nelle progettualità per la rinascita civica.
L’ideazione del progetto per la realizzazione di un Urban Center a L’Aquila e le fasi che hanno portato alla riunione del 26 maggio vengono così ricostruite dall’Istituto Nazionale di Urbanistica che “[i]ritiene importante ricordare il percorso che è stato fin qui compiuto per dare a una struttura che rappresenta un’opportunità per tutta la città. A patto, tuttavia, di non renderla una sorta di associazione che raggruppi soggetti più o meno interessati, più o meno entusiasti, che dietro la copertura della denominazione scientifica si rendano promotori di una sorta associazione di promozione di dibattito culturale. Funzione legittima e utile in altri contesti, ma giova ricordare che l’Urban center, per essere tale e dispiegare la sua azione con efficacia, deve costituirsi e lavorare secondo criteri organizzativi e scientifici, e oramai collaudare quelli che ci si è sforzati di mettere in campo sin dal 2009 con il Manifesto degli Urbanisti e dal 2010, quando l’Inu ha iniziato un processo di interlocuzione e sensibilizzazione dell’Amministrazione comunale dell’Aquila mettendo a disposizione la propria esperienza e le proprie relazioni per la creazione di un Urban Center, ritenuto indispensabile per dare voce ai cittadini, alle Associazioni, ai Comitati sul tema delle ricostruzione, ma anche per creare un luogo permanente di discussione sul futuro della Città.
Dopo varie fasi, nel novembre 2011 viene firmato un Accordo Quadro tra l’INU e il Comune dell’Aquila, in cui l’INU ha il compito di accompagnare il Comune per la definizione del progetto operativo e la gestione dell’U.C., del Centro di Documentazione della Ricostruzione e del Museo della Città. Il Comitato scientifico previsto dall’Accordo, che doveva essere formato da 4 membri dell’INU e 4 del Comune, viene nominato dal Comune nel novembre 2013, deliberando una compagine diversa da quella prevista dell’accordo, e cioè 3 membri dell’INU, 5 membri del Comune e 2 membri dell’Associazione Policentrica (D.G.C. n. 509 del 06.11.2013), trasformando così nei fatti un Comitato scientifico in Comitato consultivo e promotore. In tale occasione l’INU presenta il Progetto Operativo dell’U.C., e da quel momento inizia il percorso per la sua costituzione.
L’Urban Center proposto dall’INU in collaborazione con l’Osservatorio di ricerca sugli Urban Center (urban-center.org) e della sua rete, assume caratteristiche peculiari in rapporto alla condizione della Città dopo l’evento calamitoso. L’Urban Center INU è pensato come un soggetto “terzo”, una Struttura Operativa di alto profilo che organizzerà il palinsesto delle attività e gestirà le risorse con l’avallo dei soggetti ispiratori attraverso un Comitato Scientifico[/i]”.
All’approvazione da parte del Consiglio comunale lo scorso autunno è seguito un bando ai primi di gennaio per raccogliere le manifestazioni d’interesse a prendervi parte.
{{*ExtraImg_244179_ArtImgRight_300x168_}}Lo schema dell’atto costitutivo e dello Statuto dell’Urban Center sono stati approvati dal Consiglio comunale lo scorso novembre e sono pubblicati sul sito internet del Comune, nell’omonima pagina raggiungibile dalla sezione “Partecipazione” dell’area “Amministrazione.
Dallo Statuto: ”[i]L’Associazione ha lo scopo di favorire la partecipazione attiva delle cittadine e dei cittadini. Promuove e raccoglie iniziative e proposte formulate da soggetti pubblici e privati, anche attraverso la pianificazione, finalizzate a soluzioni condivise riguardanti i beni comuni destinate a qualificare e migliorare il territorio aquilano e la sua vi ta sociale e civile[/i]”.
Infatti con Delibera numero 364 del 8 novembre 2011 la Giunta Comunale ha approvato lo schema di Protocollo di intesa tra il Comune dell’Aquila e l’INU, poi sottoscritto in data 25 novembre 2011, riguardante i rapporti di collaborazione tra i due Enti nei campi di attività e di comune interesse, esprimendo in particolare la volontà di definire un progetto operativo di un Centro di documentazione della Ricostruzione quale primo modulo del Museo della Ricostruzione della città che confluirà nella struttura definitiva dell’ Urban Center.
Con successiva Delibera di Giunta Comunale numero 509 del 6 novembre 2013, è stato istituito il Comitato Scientifico propedeutico alle attività dell’Urban Center.
Con Delibera di Giunta 155/2015 è stato approvato l’elenco dei soggetti pubblici e privati che hanno scelto di aderire all’Urban Center dell’Aquila.
«Finalmente ci siamo – ha dichiarato l’assessore Pelini – gli 82 aderenti costituiranno ora la prima assemblea dell’Urban Center che provvederà ad eleggere presidente e Comitato Scientifico. Questi ultimi elaboreranno un regolamento attuativo che verrà, poi, riportato in assemblea per l’approvazione. A quel punto l’Urban Center sarà pienamente operativo. L’ambizione è quella di coinvolgere nelle scelte strategiche, la cittadinanza attiva tutta, ovvero tutti coloro che avranno qualcosa da dire nella ridefinizione urbanistica della città territorio».
{{*ExtraImg_244180_ArtImgRight_300x225_}}Il principale animatore del percorso per arrivare a dotare la città di un Urban Center è Policentrica, che, come dice il suo nome, propende a favore di un modello policentrico di ricostruzione. Si tratta di un’associazione che trova pieno riscontro nel concetto della stretta connessione tra vita sociale e l’ambiente che lo circonda, intendendo unire la città “vecchia” ai nuovi poli costituiti dalle new town, dai borghi circostanti, dal parco del fiume Aterno, dalle università e dalle imprese locali, e da tutti gli agglomerati abitativi presenti sul territorio.
Policentrica ha lavorato al progetto e al regolamento di un Urban center cittadino che ha poi messo a disposizione dell’amministrazione. «Siamo partiti da un’analisi abbastanza dettagliata di quella che era la situazione del territorio dell’Aquila, concentrandoci non solo sulla ricostruzione fisica ma anche e soprattutto su quella immateriale», racconta a NewsTown Umberto Grottini. «Abbiamo dunque individuato due filoni di ricerca: il primo sulla riorganizzazione e su una visione di insieme del territorio del cratere, il secondo sulla ricostruzione dei legami identitari e sociali, spezzati dalla disgregazione della comunità. Facendo ricerca siamo venuti a contatto con varie realtà di Urban Center, in Italia e in Europa. Abbiamo studiato come erano organizzati e ci siamo resi conto che la nostra situazione è così diversa dalle altre da richiedere una programmazione specifica. Ci abbiamo lavorato a lungo, ci siamo confrontati tra di noi senza alcuna preclusione, nella massima libertà, e abbiamo stilato un progetto. Nel momento in cui abbiamo ragionato sul regolamento, naturalmente il progetto si è poi affinato».
Da almeno 4 anni l’associazione Policentrica si è adoperata per realizzare questo moderno strumento democratico, già presente in alcune città italiane e tanto più importante in una realtà come la nostra impegnata in una lunga e difficile ricostruzione fisica, sociale ed economica. Non a caso, nelle fasi preparatorie, Policentrica ha sempre sostenuto che l’Urban Center aquilano debba avere un carattere fortemente partecipativo e non solo di tipo informativo. Con l’urban center i cittadini avranno uno strumento in più per esprimere pareri sulle scelte particolari e generali della ricostruzione, fare proposte, conoscere meglio le decisioni dell’amministrazione. Trasparenza, informazione, visione strategica e comunicazione eleveranno la consapevolezza dei cittadini, trasformandoli in quella “smart community” da tante parti invocata. Dal punto di vista degli amministratori aquilani ,questi avranno a disposizione un efficace e rapido mezzo di consultazione per meglio orientarsi nella tutela dei beni comuni e degli interessi legittimi della cittadinanza.
Sul sito http://www.urban-center.org/ si possono trovare maggiori informazioni sulla questione dell’esercizio dei principi di democrazia partecipativa nei processi decisionali che occupa da tempo un ruolo centrale nel dibattito sulla costruzione delle politiche di governo della città e del territorio. Seguendo l’esperienza degli USA e di altri paesi a economia avanzata, anche in Italia l’Urban Center (o “Casa della Città”) si è rivelato un vettore efficace per facilitare la partecipazione dei soggetti portatori d’interesse nella ricerca di scenari di trasformazione urbana condivisa.
{{*ExtraImg_244181_ArtImgRight_300x225_}}In breve Urban Center come definito in www.urban-center.org/cose-un-urban-center/ è “[i]una locuzione anglosassone utilizzata per designare diverse tipologie di strutture la cui missione principale è il coinvolgimento critico delle comunità civiche nelle politiche di trasformazione della città e del territorio.
Originariamente concepiti negli USA come luogo centralizzato, istituzionalmente preposto a informazione, comunicazione e discussione dei progetti di trasformazione urbana, gli Urban Center si propongono come arena di dibattito per amministratori, professionisti, operatori economici, forze sociali, comitati di cittadini e singoli soggetti che intendono contribuire attivamente a delineare il futuro della città. Il fenomeno degli Urban Center è incardinato sulla complessità delle culture di governo della città che hanno generato differenti forme interpretative, ascrivibili a due modelli classici di cultura del diritto. Nei Paesi ad “Atto Amministrativo” il soggetto ispiratore è di solito un’istituzione di governo locale della città, in esclusiva o in partenariato con altri soggetti d’interesse generale. Nei Paesi “Common Law” il milieu giuridico e culturale favorisce invece la costituzione degli Urban Center da parte di attori “altri” che non coincidono con la pubblica amministrazione (istituzioni universitarie, associazioni non-profit, community corporations, gruppi imprenditoriali, fondazioni). Il superamento della tradizionale dicotomia pubblico/privato ha prodotto il protagonismo di un più vasto parterre di attori nel processo decisionale ove la dialettica tra soggetti consolidati (enti locali, imprese e investitori finanziari) e “protagonisti emergenti” (società di scopo, organizzazioni non-profit, gruppi d’interesse diffuso) può condensarsi negli Urban Center, “case di vetro” per scenari condivisi di sviluppo della città.
L’interesse per il fenomeno UC è legato all’evoluzione che queste strutture possono rappresentare per le autorità di governo locale. Un’intrigante opportunità per sperimentare nuove forme di democrazia partecipativa e deliberativa, non limitata agli aspetti passivi di tipo comunicativo-informativo, ma finalizzata alla costruzione condivisa delle linee guida delle politiche urbane[/i]”.
Questa sarà dunque, per statuto, l’attività dell’Urban Center a L’Aquila:
”[i]L’attività dell’U.C. si esplica attraverso i seguenti servizi/funzioni: Sportello informativo; Dibattiti, convegni e workshops; • Mostre periodiche e aggiornate del “cantiere in corso” prefiguranti la città futura;• Pubblicazioni e ricerche; • Attività didattiche ed educative rivolte al mondo della scuola per promuovere la conoscenza partecipata del patrimonio storico e della realtà socio-culturale; • Promozione della cultura del restauro e della conservazione del patrimonio architettonico e artistico; • Archivio di documenti e materiali; • Promozione dell’architettura moderna e contemporanea; • Promozione di risorse e professionalità locali[/i].
Un organismo capace di garantire in modo continuativo e fecondo la più ampia partecipazione sociale alla delicata e complessa gestione della ricostruzione e riqualificazione post sisma.