
di Valter Marcone
Ho seguito l’erba sulla strada
fin dentro gli androni
ed era come seguire un filo
d’Arianna della vita
di tutta quella gente
che non calpesta più queste strade
e non abita più quegli androni.
Le gugliate del mio respiro
smorzato dall’odore di polvere
intrecciano una tela di destini
che non possono fondersi in uno
perché sono lunghe queste vite
e spaziano nella speranza di un’altra.
La speranza mentre sono qui
che la vita perduri nella vita
per non lasciare il governo della casa
anche quando non si è presenti
e perdere l’amore che a fatica
abbiamo dato e abbiamo ricevuto.
Solitudini di giorni
appaiono così un’inezia
quando rammento il dolore
che è troppo mio compagno
anche perché non so dire
se questo dolore
è terra di riporto o terra vera
quella dove cresce l’erba
e scorre l’acqua, quella
che t’accoglie quando nasci
e ti consola quando muori.
[url”LEGGI LA PRESENTAZIONE”]http://ilcapoluogo.globalist.it/Secure/Detail_News_Display?ID=118234&typeb=0[/url]
[url”Torna al Network LeStanzeDellaPoesia”]http://ilcapoluogo.globalist.it/blogger/Valter%20Marcone%20-[/url]