Un anno in Consiglio, il bilancio di Pietrucci

4 giugno 2015 | 15:16
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Un anno in Consiglio, il bilancio di Pietrucci

di Nando Giammarini*

Un anno fa si tennero le consultazioni regionali, dalle quali uscì vittoriosa la squadra di centro sinistra guidata dal presidente Luciano d’Alfonso. E’ vero, ci animava lo spirito di gruppo, del fare squadra, ma ancor di più, lo dobbiamo ammettere con sincerità, la presenza in lista del caro amico e conterraneo Pierpaolo Pietrucci: uomo di grande onestà intellettuale, di assoluta e integerrima coerenza.

Il nostro esponente Democrat fu il più votato in assoluto in Abruzzo con oltre 7600 preferenze. Egli è uomo di popolo e di cultura animato da passione politica, attento alle esigenze della gente partendo dai meno abbienti e ha a cuore i temi di maggiore attualità: la salute, il lavoro, l’ambiente, la ricostruzione dei centri terremotati con le varie problematiche ad essi strettamente connesse.

Presente in tutte le circostanze in cui è richiesta la sua partecipazione, lo abbiamo incontrato recentemente all’Aquila, all’Adunata nazionale degli alpini, per la cui realizzazione si è battutto come un leone e i fatti gli hanno dato ragione. Tante sono le questioni, purtroppo ancora aperte, che affliggono il territorio regionale, ma si stanno affrontando con una programmazione organica e articolata, per cui c’è un tempo per ogni cosa.

Incontriamo Pietrucci e partiamo subito con le domande, alle quali risponde, come un fiume in piena, con il garbo e l’entusiasmo necessario di chi vuole, davvero, rappresentare le esigenze dei cittadini.

Un anno è passato dal suo insediamento in Regione. Come Presidente della II Commissione permanente (Territorio, Ambiente, Infrastrutture) che situazione ha trovato, quali impressioni ha avuto e, soprattutto, è soddisfatto del lavoro, suo personale e di squadra, svolto fin d’ora?

«E’ stato un anno appassionante. Il lavoro di Commissione, a causa degli ambiti di cui si occupa, è di grande responsabilità. Però ho trovato una bella atmosfera di squadra nella struttura, un’atmosfera di collaborazione e di grande disponibilità che facilitano senz’altro il lavoro. Devo dire poi che questa collaborazione la riscontro ogni volta anche a livello politico. I consiglieri di opposizione presenti della mia Commissione hanno dichiarato da subito che avrebbero fatto opposizione, ma in un clima complessivo di collaborazione, e così è stato fino ad oggi. Molti progetti di legge sono stati licenziati all’unanimità, soprattutto quelli relativi alle questioni ambientali, che mi sono particolarmente care. Sono soddisfatto».

Durante quest’inverno i Pronto Soccorso sono stati costretti ad affrontare una pesante emergenza con file d’attesa, pazienti smistati su altri nosocomi, ridimensionamento di alcuni reparti e la paventata chiusura del punto nascite di Sulmona contro il quale ha votato no in sede di Consiglio regionale. Come pensa di poter affrontare questa criticità e soprattutto crede che la situazione possa migliorare in tempi accettabili? In altre parole come pensa si possa riorganizzare la rete ospedaliera regionale per renderla accogliente e funzionale?

«Le criticità che riguardano la Sanità sono ovviamente le più complesse da gestire. Bisogna trovare costantemente un equilibrio fra le direttive governative nazionali e quelle regionali e non nascondo che ci siano stati, in questo anno, alcuni momenti particolarmente “caldi”. Siamo ancora un po’ lontani da una completa armonizzazione, ma io ho la certezza che troveremo punti di accordo. Io ho scelto di recepire in pieno quanto indicato dal nuovo piano di gestione sanitaria, il Patto della Salute 2014-2016 a proposito della centralizzazione del benessere del paziente, posto al centro delle politiche di gestione sanitaria, anche forzando dove serve quanto stabilito dalla revisione della spesa pubblica, la cosiddetta “spending review”. Sono sempre più convinto che la politica debba fare i conti con le persone e con le loro necessità e che non possa agire solo in base a dati e percentuali.

Scendendo più sul particolare del nostro territorio, quando crede si possa arrivare ad una totale e completa ristrutturazione del San Salvatore in modo da renderlo di nuovo pienamente funzionale dopo il sisma del 2009, anche alla luce della futura costituzione di due sole ASL: una costiera e l’altra per le zone interne?

«Il mio intervento a proposito del San Salvatore dell’Aquila è noto. Ho indetto di recente una conferenza stampa per chiedere pubblicamente al Presidente D’Alfonso e all’Assessore Paolucci qual è lo stato effettivo dei lavori di ristrutturazione e soprattutto quali sono i tempi e le azioni per far sì che i danari messi a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna nell’immediato post sisma, e dalla ASL dell’Aquila, non vadano persi. Si tratta, in totale di circa 3.700.000,00 di euro. La ristrutturazione completa dell’Ospedale è fondamentale, per prepararsi senza sorprese al piano di riorganizzazione della ASL e sostanziare con forza la mia idea di due ASL, una costiera e una interna, con riferimento, per l’area interna, proprio all’Ospedale Regionale dell’Aquila.

Per rimanere in tema, cosa ci può dire della famosa, modernissima, centrale operativa del 118 con annesso eliporto di primaria importanza in caso di soccorsi in alta montagna e nelle zone più impervie?

Anche qui, il progetto è già stato finanziato. E anche su questo ho chiesto con insistenza che venga finalmente implementato l’iter per la cantierizzazione dell’intero progetto (centrale operativa del 118 con annesso nuovo eliporto, una sala per conferenze da 400 posti ed un parcheggio da 200 posti auto).

La ciclovia Alta Valle dell’Aterno – una sua indiscussa creatura di grande rilevanza turistico-ambientale che potrebbe registrare dei ritorni economici nei territori interessati, salutata con favore da tanti sebbene abbia registrato qualche polemica – a che punto è? Sappiamo che entro quest’anno saranno cantierizzati i primi lotti, è così?

«La ciclovia che collega l’Alto e il Basso Aterno, passando per L’Aquila, sta diventando una realtà. È stato finanziato già il Lotto 3, che dalla zona est della città porta alla Valle Subequana e siamo al lavoro per creare le condizioni di cantieramento, nell’immediato, anche del Lotto 1, che comprende la “testa” del percorso, partendo proprio dall’Alto Aterno. Le condizioni dei lavori infrastrutturali del Lotto 1, con problematiche legate agli interventi dell’ANAS mi hanno costretto a cominciare dalla zona Est, pena la perdita del primo finanziamento. Ma abbiamo immediatamente attivato dei tavoli di concertazione con l’ANAS e l’Università degli Studi dell’Aquila, che si sta occupando dello studio di fattibilità, per risolvere le criticità esistenti sull’Alto Aterno».

Torniamo un attimo al problema lavoro, come si sta muovendo la Regione per sostenere i tanti giovani in cerca di prima occupazione e difendere coloro che lo hanno perso a 50 anni e non sanno come sbarcare il lunario?

«L’occupazione, è la spina nel fianco di ogni Governo, ma io seguo con particolare pervicacia tutte le azioni messe in campo a livello regionale. Penso a Garanzia Giovani, per esempio, e a creare anche nel mio ambito di intervento qualunque strategia per fare in modo che sia i giovani che le persone che hanno perso il lavoro non vadano a cercarlo altrove. Sostegno ai call center, presenza costante sul territorio comunale e provinciale, sono gli ambiti nei quali riverso una grande parte delle mie energie. La Pista Aterno, per esempio, al di là di motivazioni romantiche sulla mobilità sostenibile, anch’esse sacrosante, deve essere un propulsore economico che crea indotto. Penso alla micro ricettività, penso alla ristorazione, alla necessità di figure professionali come le guide turistiche, e a tutto quanto necessario per non depauperare i nostri territori. È un percorso lungo, ma se potenziamo le nostre aree con politiche mirate, il risultato lo otteniamo. In generale, comunque, io sono fermamente convinto che anche il nostro territorio, storicamente a forte vocazione impiegatizia, debba avere delle opportunità nell’ambito delle politiche industriali, esattamente nella direzione in cui si stanno muovendo le Attività Produttive sotto la guida e l’azione del Vice Presidente Lolli. L’altro forte aggancio è poi rappresentato dall’Università, che deve avere un ruolo decisivo e propulsivo soprattutto nella creazione di un’unità sinergica con il polo chimico farmaceutico e tecnologico. Il problema è rappresentato anche dalla mancanza di flussi di danaro sui nostri territori. La legge L’Aquila Capoluogo, a firma del Presidente D’Alfonso e mia, è un esempio di come si possano garantire ogni anno risorse aggiuntive e addizionali sulla Città Capoluogo, con beneficio di tutti».

Come vi state muovendo per quel che concerne il problema del cementificio Sacci di Cagnano Amiterno che sta mettendo in cassa integrazione operai e maestranze per i quali s’intravede un futuro incerto?

«La mia formazione ambientalista mi porta a considerare che il benessere delle persone sia strettamente legato a quello dell’ambiente. Prima di tutto, bisogna quindi pensare che un’eventuale riconversione in inceneritore del Cementificio di Cagnano Amiterno porterebbe gravi danni al territorio e alle persone che lo abitano. Credo che la soluzione stia nel trovare altre politiche di sostegno all’azienda e per questo mi sto impegnando. L’ambiente e la sua salvaguardia devono diventare input economici. In questo senso vanno le mie battaglie contro il percorso del Metanodotto Rete Italia proposte da SNAM, e che mi vedono impegnato con l’Assessore Mazzocca e i movimenti cittadini sui tavoli romani e su quelli regionali, per fermare senz’altro la proposta della multinazionale che vuole far attraversare un territorio come il nostro, ad alta sismicità, dal metanodotto, progettando inoltre la centrale di decompressione a Sulmona»!

Un’ultima domanda. Come pensa di affrontare e risolvere, con decisione e coraggio, l’annoso problema dell’amianto, le cui polveri, lo sanno tutti, sono cancerogene, esistente nelle ex fornaci della Piana di Montereale?

«Ho un carteggio istituzionale puntuale con i vertici della Regione Abruzzo, a proposito degli interventi infrastrutturali della Regione, con particolare riguardo per l’Alto Aterno. La Fornace di Montereale è stata da me sottoposta a più riprese all’attenzione del Presidente D’Alfonso, con puntuale richiesta di finanziamenti ad hoc. Fra qualche giorno, per l’esattezza il 9 giugno, in accordo con i Sindaci dell’Alto Aterno, mi recherò insieme al Presidente a Montereale, per effettuare un sopralluogo e risolvere nel più breve tempo possibile la vicenda legata alla presenza di amianto nella zona. Sui lavori infrastrutturali, poi, ho ottenuto 2.5 milioni di euro per la sentieristica sul Gran Sasso, finanziamenti per curare la viabilità legata ai piccoli Comuni delle aree interne, i finanziamenti per la rete fognaria della zona Ovest del comprensorio aquilano, e le risorse definitive per il terzo lotto della superstrada L’Aquila Amatrice. Con le mie risoluzioni presentate in aula consiliare, chiedo anche attenzione per la tratta Bussi-Navelli. Non si tratta di compartimenti stagni, ma di un unico progetto politico strategico per l’armonizzazione delle aree interne della Regione Abruzzo, a partire certamente dalla città Capoluogo, e che si estendono a tutta la Provincia dell’Aquila, con la consapevolezza e la certezza che assecondare le diversità e le vocazioni dei territori sia l’unica strada per creare un equilibrio fondamentale fra tutte le componenti sociali e politiche della Regione».

*lettore