Migranti: «Abruzzo pronto, ma ridurre tempi per asilo politico»

La Regione Abruzzo recepirà l’agenda europea sulla migrazione ma, per ora, ha formulato «osservazioni che saranno inviate al governo, tra cui la drastica riduzione dei tempi per l’approvazione del riconoscimento di asilo politico, per la quale passano oltre due anni, e per l’appello, per il quale serve oltre un anno, che proporranno coloro che avranno un verdetto negativo». E’ quanto emerso dalla lunga riunione in seduta congiunta della quarta e quinta commissione insieme all’organismo sull’immigrazione.
In Abruzzo sono ospitati circa 1.150 profughi la maggior parte dei quali richiedenti asilo politico, ai quali si devono aggiungere circa 300 persone che sono in arrivo. Sono sistemati in hotel e in centri della Caritas al costo di 35 euro al giorno, individuati in seguito a bandi emanati dalle prefetture.
Durante la riunione è stato deciso all’unanimità la proposta del presidente della commissione immigrazione, Emilio Iampieri, di «visitare un centro di accoglienza per ogni provincia». «Vogliamo renderci conto di persona sulle buone condizioni delle persone ospitate e anche verificare le condizioni di sicurezza nei territori dove sono accolte – ha spiegato Iampieri – La Regione voterà favorevolmente l’agenda sia in commissione sia in consiglio regionale ma ha operato delle osservazioni in particolare sulle tempistiche, troppo lunghe, sulla concessione dell’asilo politico».
Durante la riunione sono stati auditi i funzionari delle quattro prefetture e i rappresentanti di molte associazioni ed enti impegnati sulla tematica. «Ci si è accorti dopo tanto tempo che l’Italia è sempre più sola nel contrastare questo fenomeno – ha spiegato il presidente della quinta commissione, Donato Monticelli – Sosteniamo l’accoglienza anche se abbiamo apportato alcune correzioni all’agenda come l’accorciamento dei tempi sull’asilo, dando sostegno alle prefetture. Nel merito sottolineo che Triton è meno umano di Mare Nostrum, in quanto ci sono paesi che intervengono con le loro navi ma poi non accettano i profughi. Comunque, in definitiva, non si deve guardare solo al fattore economico, questa Europa deve assumersi maggiori responsabilità».