
Dalle prime luci dell’alba, è in corso una vasta operazione condotta dalla Direzione investigativa antimafia di Bari che sta eseguendo in Puglia, Toscana e Abruzzo, 20 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 5 soggetti di nazionalità italiana e 15 cittadini albanesi, dediti al traffico di sostanze stupefacenti, unitamente al sequestro di beni mobili e immobili.
Altre 18 persone sono state denunciate a piede libero. Nel corso delle indagini è stato individuato, ad Altamura, un laboratorio utilizzato per la preparazione e il confezionamento della sostanza stupefacente e sono stati sottoposti a sequestro 13,5 chilogrammi di eroina, per un valore al dettaglio di oltre 1.000.000 di euro.
CONDOTTA A BUON FINE L’OPERAZIONE ‘VRIMA’, CHE IN LINGUA ALBANESE SIGNIFICA ‘BUCO’ – Sono 16 le ordinanza di custodia cautelare, 7 in carcere e 9 agli arresti domiciliari, eseguite all’alba nell’operazione ‘Vrima’ della Dia di Bari su un presunto traffico di droga dall’Albania all’Italia.
Altre quattro persone, tutte di nazionalità albanese, risultano al momento irreperibili e altre 18, presunti spacciatori, sono indagate a piede libero. Stando alle indagini della Direzione Investigativa Antimafia, iniziate nel luglio 2014, la droga, soprattutto eroina, veniva importata in Puglia attraverso il porto di Bari, nascosta in tir e auto.
La parola ‘vrima’, che ha dato il nome all’operazione, in albanese significa proprio ‘buco’, ad indicare i nascondigli ricavati nei mezzi per trasportare lo stupefacente. L’indagine è partita un anno fa dopo il sequestro di un laboratorio per il confezionamento della droga ad Altamura, nel quale gli investigatori trovarono sostanze da taglio, presse meccaniche, centrifughe e miscelatori, utili per confezionare l’eroina in panetti da mezzo chilo.
In quella occasione furono sequestrati 13,5 chili di stupefacente – che avrebbe fruttato sul mercato circa 1 milione di euro – e fu arrestato in flagranza il cittadino albanese Taulant Hodaj, destinatario anche della misura cautelare eseguita oggi. Intercettazione ambientali, telefoniche e pedinamenti, hanno poi consentito di ricostruire il traffico di droga e individuare i referenti locali dell’organizzazione. Durante la perquisizione domiciliare nei confronti di un affiliato al clan Parisi di Bari, Marco Muserra, arrestato in flagranza, sono stati sequestrati 11 chili di droga, oltre a 100mila euro su un conto corrente, un complesso immobiliare a Modugno di circa 8mila mq costituito da un terreno, un capannone industriale, un fabbricato adibito ad abitazione e box con cavalli del valore di 800mila euro. Con le accuse di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti sono in carcere i modugnesi Antonio Stragapede e Onofrio Salidu e gli albanesi Vilson Prifti, Llazar Veshi, Pllumb Peposhi, i cugini Eduart e Leonard Halilaj.
Arresti domiciliari per il modugnese Francesco Sgovio, per il barese Giuseppe Teofilo e per gli albanesi Hodaj, Aferdita Murrizi, Ylli e Fatmir Doka, Selim Priska e Dritan Zaganjori.
«Questa indagine ci ha consentito di ricostruire i rapporti tra le organizzazioni criminali albanesi e quelle baresi – ha spiegato il capo centro operativo della Dia di Bari, il colonnello Leonardo Matera – e i rispettivi ruoli: agli albanesi il compito di importare la droga, agli italiani quello di controllo e gestione dello spaccio».