Calcioscommesse, il presidente non risponde

19 giugno 2015 | 16:42
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Calcioscommesse, il presidente non risponde

Si è avvalso della facoltà di non rispondere il presidente del Teramo, Luciano Campiteli, indagato nell’ambito dell’inchiesta “Dirty Soccer” condotta dalla squadra mobile di Catanzaro e coordinata dalla locale Dda, in cui si ipotizza un sistema di condizionamento dei campionati di calcio di Lega Pro.

In particolare, il Teramo, neo promosso in B, secondo l’accusa, si sarebbe adoperato, tramite lo stesso presidente, per condizionare la gara decisiva vinta dagli abruzzesi a Savona.

Campitelli, accompagnato dal suo avvocato, Renato Borzone, si è presentato alla Questura del capoluogo calabrese poco prima delle 12,30, lasciando gli uffici pochi minuti dopo aver comunicato agli inquirenti la sua volontà di non rispondere alle loro domande.

Il presidente del Teramo Calcio Luciano Campitelli si è avvalso stamani della facoltà di non rispondere all’interrogatorio poiché «ha compreso, nella fase iniziale dello stesso, che i fatti ipotizzati nei suoi confronti, peraltro del tutto infondatamente, non sono riferibili a condotte realizzate nella giurisdizione di competenza della autorità giudiziaria di Catanzaro».

E’ quanto sostiene in una nota il legale del patron dei biancorossi, l’avvocato Renato Borzone.

«La difesa – prosegue l’avvocato – ha chiarito immediatamente che l’indagato potrà rispondere e risponderà, in ossequio alle norme processuali, all’autorità giudiziaria competente, poiché il rispetto del giudice naturale precostituito per legge è un principio costituzionale posto a garanzia della legalità del procedimento ed è uno dei cardini dello stato di diritto. Pertanto la difesa sta attivando, nelle forme di legge, gli istituti di garanzia previsti dal codice di procedura penale affinché sia determinata la competenza territoriale adeguata ai fatti come ipotizzati dagli inquirenti».

«In tale situazione, suo malgrado – fa sapere Borzone – il presidente Campitelli ha potuto soltanto rendere una dichiarazione di riserva a rispondere solo davanti al proprio giudice naturale, ribadendo, però, in tale dichiarazione: la propria assoluta estraneità ai fatti; l’impossibilità dell’esistenza di conversazioni telefoniche che lo riguardino e che possano confermare l’ipotesi d’accusa nei suoi confronti; la singolarità del riferimento ad incontri avvenuti in date in cui non era presente a Savona ma si trovava dimostrabilmente a Teramo; la convinzione di avere sempre posto in essere condotte trasparenti e leali, lecite sia dal punto di vista sportivo che da quello penale. In attesa delle decisioni degli organi processuali sulla determinazione della competenza territoriale – aggiunge infine il legale – la difesa rappresenta che, pur comprendendo l’ansia e le aspettative della stampa e della pubblica opinione per la vicenda, e pur ribadendo l’assoluta innocenza del presidente Campitelli, non sembra opportuno istituire processi mediatici paralleli alle competenti sedi giudiziarie, nel rispetto, dunque, sia delle prerogative degli organi inquisitori che della difesa».