‘Con le sembianze di un Clown’: lo psycothriller made in Abruzzo

19 giugno 2015 | 16:19
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‘Con le sembianze di un Clown’: lo psycothriller made in Abruzzo

di Gioia Chiostri

Alberto può essere tutti e nessuno allo stesso momento. Così come il clown che popola la storia, altro surreale protagonista di essa. Tutti hanno delle inquietudini, dei lacci emostatici che legano la logica all’angoscia. E se foste risucchiati da un tunnel di nera pece? Se foste, in un attimo, inghiottiti dalla lingua del tormento? Se, per un millesimo di secondo, la vostra faccia si perdesse fra gli specchi neri di un incubo? Come vi sentireste? «L’inquietudine, a mio avviso, credo sia la sensazione più difficile da rendere su carta, per uno scrittore. Essa, di fatti, è molto personale: tutto ciò che rende inquieto me, quasi sicuramente, non inquieta, magari, un altro. La paura fa parte del DNA di un individuo: quindi, far capire ad un lettore che, in quel momento, il protagonista della storia prova paura di qualcosa per cui tu stesso non provi paura, è gioco ardito. Una volta accesa la candela di ciò, tutto il resto è fantastica follia».

{{*ExtraImg_246076_ArtImgCenter_333x500_}}Questa volta, la cruda ma sensibile genialità di Alessandro Martorelli, scrittore, attore e artista in senso lato, si può ben dire che abbia davvero toccato il fondo. In senso buono, però. E’ da qualche settimana in vendita, il suo secondo romanzo, «uno psycothriller – come lo definisce lui stesso – che tratta di una storia nera, diversa, attanagliata dai mostri della mente». Il genere suddetto, molto in voga in Germania, è balzato agli onori della cronaca letteraria grazie a ‘geni del male’ come Sebastian Fitzek, autore, fra i vari volumi, del drammaticamente incantevole ‘La Terapia’. «Le persone che si descrivono e che abitano in questo genere letterario, non devono essere per forza essere malate – afferma – semplicemente vengono ‘aperte’ dal bisturi dell’indagine psicologica. L’idea di una persona rinchiusa all’interno di una stanza, legata mani e piedi su di una vecchia sedia, mi ha affascinato fin da subito: tutto il mio romanzo corre sul filo del rasoio dei brividi provati, per l’appunto, dal protagonista, Alberto. Lui non sa il perché, né il per come, né il per quando della sua situazione attuale. È in stato di costrizione, punto. Da qui, incomincerà una lunga serie di analisi e indagini congetturali che porteranno Alberto alla scoperta della verità. Indizi, scritte, oggetti minimi ma indispensabili al fine della rivelazione finale». Un dramma della mente, vissuto però attraverso la segregazione corporea.

Alessandro Martorelli, di Massa D’Albe, quindi, pone il primo passo verso il cammino di una nuova avventura editoriale grazie alla casa editrice Valletta Edizioni e all’agenzia letteraria Ponte di Carta, riassunta nella figura di Roberta Di Pascasio. Più di un anno fa, nel 2012, uscì il suo esordio letterario: ‘Anche i Pink Floyd possono sbagliare’, edito da Montag. «L’argomento è ispirato dai fantasmi mentali: ciò che mi sono prefisso di indagare in [i]‘Con le sembianze di un clown’[/i] è il lato oscuro dell’uomo. Adoro andare a fondo, anche nelle commedie che scrivo per la mia compagnia teatrale, ‘Teatranti tra Tanti’, e adoro indagare gli angoli più bui che possono riscontrarsi nell’animo scostante di una persona». Frutto di alcune ‘indagini’ recenti, attuate grazie ad alcuni contatti nel mondo della psichiatria, il nuovo romanzo firmato da Alessandro Martorelli è stato generato con un anno di lavoro. «Inutile dire che mi sono divertito come un pazzo nella sua elaborazione». Alberto Tesei, però, non è l’unico personaggio che abita le pagine di ‘Con le sembianze di un Clown’. Di fatti, come recita bene il titolo, c’è anche lui, l’orrido pagliaccio truccato di nero. «Io adoro questo attore della storia – specifica l’autore – questo clown, praticamente, non fa nulla, eccetto alcune battute scambiate con il protagonista verso la fine del romanzo. Nonostante ciò, però, mi sono innamorato della sua immagine. Fondamentalmente, non è effettivamente un clown, ma un individuo col viso truccato di bianco e gli occhi di nero, che apparentemente, non alza un dito, ma è funzionale al meccanismo dell’inquietudine». Altra visitatrice del romanzo, una donna, la quale non viene mai focalizzata del tutto.

Tante ombre, poche luci per un libro che, ovviamente, è rivolto a tutti: «Non si tratta di un horror – afferma Alessandro – è un thriller psicologico molto fruibile e veloce. Infatti, anche nelle commedie teatrali che scrivo, amo tanto l’assurdo quanto la velocità; nel libro, nessun messaggio scontato morale sotteso, se non quello di lasciare all’ipotetico lettore il gusto di aver letto un pezzo di vita, certo stritolata all’estremo, che abbia l’ardire di rimanere un po’ impressa; un po’ dentro all’anima. Nelle storie che invento – aggiunge – non ho nessuna voglia di spiegare la vita agli altri: non sarei capace di dare lezioni di vissuto; al massimo, potrei dare precetti di fantasia».

‘Tremendamente’ indimenticabile, la copertina del libro, creata ex novo da un’artista locale già nota quale Marinella Sorge. «Lei è una disegnatrice straordinaria, che ha, in un colpo di matita, dato un volto all’inquietudine descritta nel mio romanzo». Tinte noir, senso di sopravvivenza spinto allo stato estremo, angoscia, rivalsa, analessi dell’inquietudine: il nuovo romanzo è un nero dell’anima. «Inoltre, queste pagine diventeranno presto uno spettacolo teatrale, come mio buono e solito costume. Anche il primo libro venne trasposto in ambiente di Teatro, quindi questo secondo passo mi viene più che spontaneo e naturale. Novità assoluta di quest’anno, ci tengo a dirlo, è l’accompagnamento musicale ideato ad hoc per ogni singolo capitolo».

Una sfida, questa, possibile grazie alla genialità musicale del maestro Alessandro ‘Pepè’ Porrini, un musicista professionista. Il coraggio, sotteso, è stato quello di riunire sotto un’unica ala, quella dello psycothriller in pratica, tre forme d’arte quali la scrittura, il teatro e la musica. «Basta scissioni: l’uomo se deve essere risucchiato dalla magia della fantasia; questa lo deve ubriacare di arte». Un libro con colonna sonora, provvisto cioè di un album relativo dal nome di ‘The Clowntcher’. «Io spiegai ad Alessandro la mia idea di spettacolo teatrale generato dal mio stesso romanzo e lui lanciò la sfida della fabbricazione musicale di ben 18 colonne sonore, una per capitolo, per intenderci. Una rivoluzione della parola adagiata su carta, praticamente. Ha scritto per ‘Con le sembianze di un Clown’, 15 pezzi originali e 3 cover. Lui, in collaborazione con Aldo e Giuseppe Stornelli dell’Audacia Records, ha dato vita al mio incubo melodioso». Lo scopo è: ricreare l’ambientazione di ciò che si è appena letto o che si sta leggendo, grazie all’artificio della musica. L’album, inoltre, si può scaricare gratis andando sul link riportato in quarta di copertina o utilizzando l’apposito QRCode, una volta acquistato il libro. «Una vera catena di montaggio artistica».

{{*ExtraImg_246077_ArtImgCenter_500x333_}}La facilità di scrittura che ha sempre contraddistinto Alessandro si deve alla sua singolare goliardia che scaturisce all’atto pratico della creazione. «Mi diverto nell’invenzione: il discorso di fondo che mi ha portato a questo sottobosco psicologico è stato questo: un bel libro fine a sé stesso si perde, a mio avviso, e con esso si perde anche tutta la fatica propinata per dargli una voce e un tono. Io mi affeziono ai personaggi e, quindi, mi chiedo: come faccio a far vivere in eterno quegli stessi personaggi? Da qui, l’idea dello spettacolo teatrale e della colonna sonora. Ciò che mi diverte di più è il fatto che, una volta letto il libro, ci si accorge che, guardando lo spettacolo, quel clown esiste davvero e che, se uno vuole, può anche stringergli la mano». Il libro verrà presentato durante la Notte bianca dei libri marsicana, in occasione dello svolgimento dell’evento ‘Letti di notte’, presso il caffè letterario ‘Vieniviaconme’ di Avezzano la sera del 20 giugno prossimo. «La presentazione, inoltre, non verrà ‘masticata’ nella solita maniera, ma sarà un vero e proprio assaggio dello spettacolo teatrale finale contornato anche da contributi filmati. Immergere il pubblico nelle mie tessiture letterarie nere: questo il fine». Alessandro fa tutt’ora parte della compagnia teatrale amatoriale ‘Teatranti tra tanti’, che avrà l’enorme responsabilità di dar atto alla rappresentazione dello spettacolo su palco. Un libro, una scommessa: «In un anno – conclude – sono cresciuto molto: ho scoperto, innanzitutto, di avere uno stile e questo mi ha reso molto orgoglioso. Il primo romanzo che ho scritto, mi ha portato verso una certa direzione letteraria, ma ora, posso ben dire di aver capito quale davvero sia questa direzione. Non voglio insegnare nulla a nessuno, solo creare interesse: ideo situazioni e invento sguardi dell’anima, il tutto tinto di nero, ovviamente».

Di seguito, il booktrailer:

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