«Per gli assunti del ‘Concorsone’ di indeterminato c’è solo il futuro»

Il concorso pubblico “Ripam Abruzzo”, per 128 posti a tempo indeterminato espletato nel 2012, meglio noto come “Concorsone”, avrebbe dovuto raggiungere due obiettivi: da un lato assicurare al comune dell’Aquila e ai comuni del cratere il personale necessario per consentire la ricostruzione di un intero territorio colpito dal sisma; dall’altro stabilizzare il personale precario che aveva già lavorato per l’emergenza.
Il “Concorsone”, gestito dal FORMEZ in modo trasparente e selettivo, è stato espletato a livello nazionale applicando il massimo della riserva dei posti prevista per legge (il 50%) ai precari della ricostruzione.
Per la retribuzione dei neo assunti, la legge Barca ha stanziato risorse statali fino al 2021.
«Il Comune, pertanto, – si legge in una nota diramata a firma di un gruppo di dipendenti del Comune dell’Aquila assunti tramite il concorso suddetto – dovrebbe programmare le proprie risorse per assicurarsi, a quella data, la permanenza dei 128, ormai pienamente formati e qualificati.
A più di due anni dal concorso “Ripam Abruzzo” gli impiegati del Comune dell’Aquila così selezionati continuano a svolgere il proprio lavoro e a mettere al servizio della città le proprie competenze, nonostante il trattamento assolutamente discriminatorio e spesso denigratorio messo in atto da una certa politica che, da ultimo, con le contraddittorie norme sul personale previste nel disegno di legge “S. 1960 – Misure urgenti per la legalità, la trasparenza e l’accelerazione dei processi di ricostruzione dei territori abruzzesi interessati dal sisma del 6 aprile 2009 e per il sostegno delle attività produttive e della ricerca”, presentato il 10 giugno, ha reso evidente la volontà di disfarsi proprio di questi dipendenti a tempo indeterminato forse solo perché non rientranti nel proprio disegno politico».
«Il fatto di essere dei dipendenti scomodi è reso evidente dai contenuti del ddl sopra citato che, di fatto, crea le condizioni per “spedire” gran parte degli impiegati comunali selezionati con il “Concorsone” in mobilità, mentre l’Amministrazione Comunale continua a lamentare una persistente carenza di personale e a chiedere nuove assunzioni proprio con il ddl.
A questo punto c’è qualcosa che non torna. Si chiede nuovo personale e si fa in modo di mandar via quello già assunto? Si negano richieste di aspettativa anche di breve durata, perché il personale è “indispensabile”, e si fa in modo che si possa trasferire lo stesso personale? Si chiede la stabilizzazione di personale a tempo determinato e si lavora per la precarizzazione del personale a tempo indeterminato?», si legge ancora.
«In questo disegno politico dove è il rispetto dei lavoratori, la certezza del diritto?
Non vogliamo trarre conclusioni affrettate e spiacevoli. Vogliamo però delle risposte e capire perché, nonostante le sollecitazioni sul tema portate all’attenzione di tutti gli attori del tavolo tecnico che ha lavorato al disegno di legge sulla ricostruzione, sia dalle sigle sindacali che dalle RSU comunali, tra tutte le contraddittorie proposte contenute nel dll non ve ne sia una che disegni una prospettiva certa per gli assunti del “Concorsone”. E’ bene non dimenticare mai che insieme agli impiegati del Comune ci sono famiglie, scelte di vita, persone che grazie al “Concorsone” sono venute a vivere all’Aquila, che ci sono tornate o a cui è stata data l’opportunità di rimanere…Ci sono aquilani e non che in questo momento hanno diritto e pretendono delle risposte», questa la triste conclusione.