Ricostruzione, ingegneri sul piede di guerra

23 giugno 2015 | 17:58
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Ricostruzione, ingegneri sul piede di guerra

L’Ordine degli Ingegneri della Provincia dell’Aquila chiede al Governo di stralciare l’articolo 11 del decreto legge sugli enti locali riguardante la ricostruzione post-sisma dell’Aquila e, in subordine, almeno il comma 2. Nel mirino anche l’Opcm numero 4013 del 23/04/2012, per cui è in piedi un ricorso al Tar.

«Basta con le norme calate dall’alto. Occorre stralciare integralmente l’articolo della nuova legge sulla ricostruzione post-sisma dell’Aquila che ha implicato un blocco totale dei lavori a L’Aquila. Si tratta di un errore madornale del Governo che va sanato», sottolinea Elio Masciovecchio, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia dell’Aquila.

«Siamo in una situazione paradossale – continua Masciovecchio – Non solo i nostri professionisti e le nostre imprese hanno subìto il tragico dramma del sisma, ora sono, di fatto, costretti a intercettare opportunità di lavoro lontano dalla nostra terra».

Il decreto legge Enti locali approvato prevede, infatti, che il progettista e il direttore lavori non possono avere avuto rapporti, negli ultimi 3 anni, con l’impresa affidataria dei lavori e/o subappaltatrice. «Ė praticamente impossibile – spiega Masciovecchio – Chi ha introdotto tale norma non conosce affatto il nostro territorio e, soprattutto, la questione di L’Aquila. Ci siamo trovati dinanzi al fatto compiuto con un decreto legge che toglie a tutte le realtà economiche, alcune costituitesi anche di recente, ed ai nostri iscritti la possibilità di lavorare».

Per l’Ordine degli Ingegneri della Provincia dell’Aquila l’unica via è quella, appunto, di «stralciare con urgenza quanto previsto attualmente dalla norma se si vuole evitare il rischio “blocco ricostruzione”, ma soprattutto quello relativo alle gravi ripercussioni economiche e occupazionali sull’intera comunità».

E non è l’unico monìto lanciato al Governo al quale Masciovecchio ricorda un’ulteriore impasse relativa alla Opcm numero 4013 del 23 marzo 2012 per cui la categoria abruzzese ha fatto ricorso al Tar del Lazio. «Si tratta di una norma iniqua e assolutamente ingiusta – spiega Masciovecchio – Troviamo assurda l’esistenza di una legge che preveda penali anche per l’ingegnere progettista nel caso di ritardi da parte dell’impresa che realizza i lavori. Peccato che l’ingegnere progettista non abbia alcuna responsabilità in merito».