
di Valter Marcone
Entro spesso nelle chiese che trovo
lungo la strada
e mi fermo a guardare
gli angeli di pietra.
Passa un prete a volte,
un fiore vecchio dai colori sbiaditi
su un altare di plastica a volte
ha un odore insopportabile.
Mi piacciono i falsi e i falsari
e leggo il mondo a volte inquinato
dalla letteratura dove il vento
fa suonare muovendo con il suo respiro
relitti, pietre, ciarpame, lampioni,
manifesti strappati, uccelli, ombre,
l’uccello pianola
che mi canta dentro.
A volte non so che cosa
è vero e che cosa è falso
e io pure potrei farmi cosa,
falsa o vera, vera o falsa
io pure, non lo so.
[url”LEGGI LA PRESENTAZIONE”]http://ilcapoluogo.globalist.it/Secure/Detail_News_Display?ID=118234&typeb=0[/url]
[url”Torna al Network LeStanzeDellaPoesia”]http://ilcapoluogo.globalist.it/blogger/Valter%20Marcone%20-[/url]