Province, Upi Abruzzo: «Situazione da codice rosso»

27 giugno 2015 | 17:23
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Province, Upi Abruzzo: «Situazione da codice rosso»

«La situazione è diventata da codice rosso: il decreto enti locali non ci ha consentito di prevedere nel bilancio 2015 l’utilizzo dell’avanzo amministrativo del 2014, che per la sola Provincia di Pescara ammonta a 3,8 milioni di euro. Questo significa che entro il 30 luglio sarà impossibile approvare il bilancio di previsione e questo si ripercuoterà sui cittadini». Lo ha detto il presidente della Provincia di Pescara e presidente Upi Abruzzo Antonio Di Marco nel corso dell’incontro fra i parlamentari abruzzesi e i presidenti delle province abruzzesi Antonio De Crescentiis (L’Aquila), Renzo Di Sabatino (Teramo) e Mario Pupillo (Chieti). Hanno partecipato i parlamentari Antonio Castricone, Federica Chiavaroli, Vittoria D’Incecco, Gianluca Fusilli, Daniele Licheri (in sostituzione di Gianni Melilla), Antonio Razzi, Gianluca Vacca, Maria Amato, Stefania Pezzopane, Paolo Tancredi e Tommaso Coletti.

«Se le cose resteranno così – ha proseguito Di Marco – non riusciremo a provvedere alle funzioni fondamentali che la Delrio ci ha assegnato: viabilità, edilizia scolastica e ambiente. A settembre molte scuole potrebbero non riaprire, dato che non potremo assicurare loro neanche il riscaldamento. Saremo costretti a chiudere al traffico numerose strade (quelle già interdette sono 3 nella Provincia di Pescara, 10 a L’Aquila, 3 a Chieti e 6 a Teramo) e non saremo in grado di provvedere all’assistenza dei disabili».

«I tagli apportati dal governo alle Province – ha aggiunto – sono macroscopici: 8,8 milioni di euro per Chieti; 9,6 per l’Aquila; 9,4 per Teramo e oltre 10 milioni tagliati a Pescara. I trasferimenti statali, che nel 2008 si aggiravano intorno ai 79 milioni di euro, oggi sono pari a zero. E tutto questo senza considerare le aziende che attendono di essere pagate dalle Province e che, a causa del patto di stabilità, non sono ancora state liquidate. Il paradosso è che Pescara, ad esempio, pur avendo 30 milioni di euro nelle sue casse, non può pagare le imprese che hanno lavorato e che da un anno, ormai, attendono di ricevere ciò che spetta loro. Per quanto riguarda poi il personale, le quattro Province abruzzesi ad oggi hanno speso 28 milioni di euro per pagare dipendenti che, secondo la legge di riordino, non dovrebbero già più essere a carico degli enti provinciali».

«Chiediamo a voi parlamentari – ha concluso Di Marco – una presa di responsabilità e di comprendere che bisogna intervenire immediatamente, altrimenti sarà il collasso».

I parlamentari hanno assicurato che si attiveranno con emendamenti che permettano di modificare la riforma delle Province, «in modo che non si creino disservizi», fermo restando l’impossibilità di tornare indietro su quanto stabilito dal governo circa il futuro delle Province stesse. Di Marco ha chiuso l’incontro comunicando che entro un mese l’Upi Abruzzo si recherà a Roma per incontrare nuovamente i parlamentari.

M5S ANNUNCIA INTERROGAZIONE – «Il M5S denuncia da sempre la finta abolizione delle province targata Pd: scuole inagibili e chiuse, senza riscaldamento e senza assistenti per i diversamente abili; strade bloccate e con voragini pericolosissime per chi le percorre; dipendenti a rischio pagamento stipendi. Questo è lo scenario che si profila per i prossimi mesi, non solo in Abruzzo, a causa della pasticciata abolizione delle province portata avanti dagli ultimi governi e dei tagli di più di un miliardo di euro del governo Renzi», ha commentato Gianluca Vacca, deputato del M5S, che oggi ha partecipato, in rappresentanza dei parlamentari pentastellati, all’incontro indetto dai presidenti delle quattro province abruzzesi per lanciare l’allarme sulla situazione finanziaria degli enti.

«Siamo fortemente preoccupati per i cittadini – ha aggiunto il deputato – poichè a detta dei parlamentari abruzzesi di maggioranza non ci saranno i soldi necessari ad affrontare le emergenze che si profilano. Lunedì presenteremo un’altra interrogazione parlamentare urgente, dopo quella presentata due mesi fa e ancora senza risposta, per chiedere al governo cosa ha intenzione di fare per evitare che si concretizzino questi scenari devastanti non solo per gli abruzzesi, ma per tutti gli italiani. Non dovranno essere i cittadini a pagare l’incompetenza e il pressappochismo del governo e della maggioranza».