Formaggi senza latte, un abominio da combattere

29 giugno 2015 | 13:53
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Formaggi senza latte, un abominio da combattere

di Roberta Galeotti

L’Unione Europea chiede ai produttori italiani di iniziare a produrre formaggio con il latte in polvere, procedimento vietato dal 1974.

La commissione dell’Unione europea ha infatti inviato una diffida all’Italia per chiedere la fine del divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari, in nome della libera circolazione delle merci.

Questa è l’Unione Europea che mi sento di contrastare.

Questa è l’Europa che cala le regole dall’alto, senza sapere la ricaduta e i danni che queste stesse creeranno.

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L’allevamento e la pastorizia sono le ricchezze delle nostre montagne e dell’appennino. Una rarità sempre maggiore con lo spopolamento dei borghi rurali.

Da una parte l’Europa investe fondi sul piano di sviluppo rurale e dall’altra stronca il settore.

Ho la fortuna di attraversare le nostre montagne a cavallo, di fermarmi a parlare con i pastori e di condividere i problemi e le difficoltà, ammaliata da quei volti striati dal sole e dal freddo, incantata dalla profondità dei concetti di quegli[i] uomini veri[/i].

Non potete immaginare quante persone ricche si incontrino tra le nostre montagne! Quante storie e quanta saggezza!

Ho conosciuto per caso Pietro Foffo, un apprezzato fantino che ha svolto competizioni nazionali e che ha scelto di ritirarsi tra pecore e mucche sulle sue montagne a Vallemare, un piccolissimo borgo in provincia di Rieti tra Posta e Borbona.

Naturalmente lui segue il bestiame a cavallo, con sella inglese, su splendide cavalcature.

Ho avuto il privilegio di fare due forme di pecorino e poche ricotte con lui, per uso familiare, seguendo la tradizione dei suoi genitori. Sentire nelle narici il profumo del latte e vedere affiorare il formaggio dal caldaio… l’ho ritenuto un miracolo!
Un piccolo miracolo della natura!

Quando poi abbiamo rialzato il fuoco sotto al siero per far fiorire la ricotta, il profumo nell’aria è cambiato e da quella piccola schiuma bianca è apparsa la ricotta.

Il primo sale, il pecorino, la ricotta o il marcetto nascono dalla qualità dei nostri pascoli, del nostro bestiame e dalla tradizione dei nostri pastori. Questi prodotti devono essere difesi e differenziati dai surrogati, prodotti in modo spregiudicato con latte in polvere (importato chissà da dove) che arriveranno sui banconi frigo senza le dovute etichettature.

Noi siamo al fianco degli allevatori per difendere i prodotti di qualità italiani.