Ricatti a luci rosse per Chiodi e Pezzopane

2 luglio 2015 | 16:32
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Ricatti a luci rosse per Chiodi e Pezzopane

Bravi a utilizzare Photoshop e programmi informatici e a modificare immagini anche video, quattro persone sono accusate di aver ricattato la senatrice Stefania Pezzopane e l’ex presidente della giunta regionale Gianni Chiodi con fotografie false.

La banda di ricattatori è stata fermata dalla denuncia delle vittime e dalle indagini portate avanti dalla Direzione distrettuale antimafia dell’Aquila, guidata dal procuratore Fausto Cardella. Indagati per l’accusa di concorso in estorsione sono Gianfranco Marrocchi, 60 anni di Pescara, ma residente a Lucoli (L’Aquila), editore di Tv Più; il regista Giovanni Volpe, 59 anni di Battipaglia (Salerno); Raimondo Onesta, 40 anni di Roma ma residente a Pratola Peligna (L’Aquila) e Marco Minnucci, 29 anni di Fermo ma residente a Porto San Giorgio (Ascoli Piceno).

Sul suo profilo facebook Marrocchi annuncia: «Oggi sono stato rimandato a giudizio x delle vicende politiche che riguardano l’ex governatore dell’Abruzzo e la senatrice Stefania Pezzopane, e la notizia sta facendo il giro dei mass-media, riportata anche in modo disonesto e di comodo.. Sono tutte accuse inventate di sana pianta, e ci sono numerose prove a confortare le mie affermazioni, ma si sa bene che quando si toccano i poteri forti si corrono dei rischi. Io non ho nulla da temere e da nascondere, mentre i politici in questione non credo possano dire la stessa cosa. A breve, ne vedrete delle belle, perchè non sono disposto ad essere la vittima sacrificale di certi discutibilissimi politicanti e di certa magistratura. Nel caso qualcuno non gradisse più la mia amicizia su Facebook, è pregato di dirmelo apertamente e di cancellarsi».

Ma vediamo nel dettaglio di cosa sono accusati i quattro indagati.

Secondo l’accusa, dopo la denuncia di “Rimborsopoli” che portò l’opinione pubblica a scoprire della notte in albergo del governatore Chiodi con la consigliera di Pari opportunità Letizia Marinelli, il gruppo cominciò a tampinare Chiodi affermando di avere la disponibilità di foto personali e la disponibilità economica per realizzare un film a luci rosse sulla sua scappatella extraconiugale.

Raimondo Onesta in particolare, nella figura di “produttore”, avrebbe più volte invitato il governatore a prendere contatti con Marrocchi e Volpe, che nel frattempo avevano chiesto un’intervista alla Marinelli e avevano cominciato a pubblicizzare la realizzazione del film che sarebbe dovuto uscire a maggio 2014, guarda caso a ridosso del voto per il rinnovo del consiglio regionale. Per bloccare la realizzazione del film che avrebbe rovinato la sua ricandidatura a presidente della Regione, Gianni Chiodi avrebbe dovuto pagare il costo della produzione, ovvero 35 mila euro. Invece il presidente ha denunciato tutto alla Digos.

[i]Fonte: Il Centro[/i]