
di Claudia Giannone
Venti cimiteri destinati a opere di recupero e sistemazione, tra il Monumentale e quelli delle varie frazioni del capoluogo abruzzese. Con i soldi che, a detta del sindaco Massimo Cialente, sono arrivati tardi e diversi meccanismi imposti dalle leggi, solo ora è arrivato il momento di tornare ad occuparsi anche del ripristino di queste strutture: senza considerare il sovraccarico disperante di lavoro all’interno della città dell’Aquila, che ha portato ad un allungamento dei tempi.
Circa nove milioni di euro in ballo, nove milioni che si muoveranno su due binari diversi: da una parte il recupero di questi cimiteri e dell’altra una sistemazione di arredo urbano per gli stessi. Movimenti in parte già iniziati, con la nuova ala del cimitero precedentemente vista come una discarica e adesso portata alla rinascita con investimenti e realizzazioni di percorsi. Ma questa volta non si tratterà solo di semplici operazioni: sarà infatti necessario, per alcuni lavori, traslare i feretri in altri luoghi. Una mossa dolorosa per i familiari e gravosa dal punto di vista dell’impresa in sé: sarà infatti necessario collocare i defunti in moduli che sono stati utilizzati già in altre città e che sono stati ideati proprio per queste evenienze. La priorità del momento è legata ai loculi, data la grande richiesta di questi non solo dalla parte più anziana della popolazione.
E quella parte costruita e mai utilizzata, che fa da sfondo pietoso al Monumentale? Duemila loculi da abbattere, a causa delle dimensioni non adeguate.
A seconda del fabbisogno, poi, cambieranno gli interventi: da valutare, quindi, i diversi luoghi in cui si andrà ad operare. Al primo posto ci saranno sicuramente i danni portati dal terremoto, senza contare che nel tempo ci sono stati numerosi furti di discendenti e rame: saranno quindi utilizzati sistemi di sicurezza per quanto riguarda i cancelli dei cimiteri.
Non si tratterà, comunque, come ha spiegato l’assessore alla Ricostruzione Pubblica e al Patrimonio Maurizio Capri, di un singolo intervento destinato a restare un’eccezione: ogni anno sarà sistemato uno dei singoli cimiteri e ci sarà un intervento costante per permettere il riutilizzo da parte di ogni frazione della propria struttura.
Ultima idea, quella di un forno crematorio per permettere, ovviamente, il rito della cremazione: sarà composto da una sala posta in un’area scoscesa, una struttura definita dal sindaco utile e molto civile. Un totale di circa 9 milioni, di cui 4,7 provenienti da una delibera CIPE, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, mentre i restanti dall’amministrazione comunale.
In tutto questo quadro del capoluogo abruzzese, si colloca poi il discorso riguardante la ricostruzione pubblica: telefonate da parte del primo cittadino per sbloccare una situazione ormai ferma.