Sabatino Ciuffini, rinasce a L’Aquila un poeta dimenticato

9 luglio 2015 | 19:30
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Sabatino Ciuffini, rinasce a L’Aquila un poeta dimenticato

di Gioia Chiostri

Sabatino Ciuffini torna a casa per restare. Non c’è spazio, sul pavimento delle stelle marmorizzate, per colui che fece della povertà del corpo, la ricchezza dell’animo. Quante vite ha la gloria di un poeta? Quante volte rinasce un artista? Domande, ad oggi, retoriche. Ma non per Sonia Ciuffetelli, la quale, ben nota al teatro culturale cittadino in qualità di insegnante e scrittrice ha deciso di far rivivere una sua grande fonte d’ispirazione, un parente appunto – il fratello di sua nonna – che tanto ha dato al mondo culturale e cinematografico, ma poco ha trattenuto per sé.

«Una volta disse: ‘diverrò noto come poeta solamente dopo la mia morte’. Ebbene – spiega Sonia a [i]IlCapoluogo.it[/i] – questo destino profetizzato allora, oggi è divenuto realtà. Darò presto alle stampe la prima biografia completa di un grande uomo e raffinato poeta: un uomo cresciuto tra provincia e metropoli, che ebbe il coraggio di lasciare il suo mondo di poche ma reali certezze per inseguire un sogno. Conobbe la povertà e la fame, nel primo periodo romano; non fu facile affermarsi nella Roma del dopoguerra. Io ho conosciuto Sabatino da vicino, per me è stato sempre un punto di riferimento culturale e umano. Ho vissuto a Roma diversi anni, quando ero una studentessa dell’Università ‘La Sapienza’, e in quegli anni in particolare, lo frequentai assiduamente. Voleva sapere tutto sui corsi monografici di letteratura italiana, sui miei esami da sostenere, sui miei professori. Il giorno della mia laurea volle essere presente alla discussione della mia tesi su Letteratura e Cinema del Neorealismo italiano. Ripercorrere le tappe della sua vita, significa, per me e per la mia famiglia, strappare dall’ombra un personaggio che è stato ingiustamente dimenticato. In vita, non ebbe il riconoscimento dovuto ed ora, con queste pagine di vita vera, io voglio finalmente renderglielo».

Un aquilano emigrato a Roma per questioni di studio e necessità, profondamente brillante in ogni sua goccia di talento riversata sulle teste di chi l’ha, fortunatamente, conosciuto. Si tratta di Sabatino Ciuffini, nato a Coppito il 21 ottobre del 1920, ma cresciuto professionalmente nella capitale d’Italia, con la fatica dell’esistenza cucita sul volto. A riportarlo cartaceamente in vita, in via totalmente eccezionale ed inedita, sarà lei, la docente e scrittrice Sonia Ciuffetelli, sua nipote carissima, attraverso le pagine di una biografia che uscirà entro la fine del 2015, dal titolo di ‘Non ho vergogna a dirlo’.

{{*ExtraImg_248020_ArtImgCenter_375x500_}}«Ciuffini – afferma ancora Sonia – ha attraversato una vera e propria doppia carriera. Fu sceneggiatore di film di consumo, come ‘Er più – storia d’amore e di coltello’ con Adriano Celentano ed anche un poeta ricercato. Per un lungo periodo parve aver abbandonato la poesia per il cinema. In realtà, ha lasciato in eredità alla cultura moderna due raccolte di poesie, ora non più in commercio, ma rintracciabili nelle varie biblioteche d’Italia. Una di esse si intitola ‘Sfregazzi’, mentre l’altra ‘Lettere Romane’. Da esse, si evince tutta la poetica di un personaggio che è, nel vero senso della parola, partito da zero. In adolescenza, studiò a L’Aquila come privatista. Quando avvenne, poi, il passaggio in terra romana guardò avanti a sé, senza voltarsi. Da quel momento, L’Aquila sarebbe stata viva, per lui, a tratti,solo ed esclusivamente nei suoi versi: sarebbe tornato ‘a casa’, di fatti, solo dopo decenni».

L’arte del conoscere un tassello giudicato perduto della storia propria e generale, rappresenta un ottimo modo per ridonare serenità di fama ad un nome per lo più accantonato negli anni. «La biografia che sto scrivendo – afferma Sonia – è un progetto che comprende foto inedite e documenti tratti da vari archivi privati». Sabatino Ciuffini, di fatti, è noto alle cronache dell’arte soprattutto per la sua carriera vicina al mondo del cinema di allora. Affiancò registri di calibro come Lattuada, Fellini e Rossellini, per citarne solo alcuni, e scrisse sceneggiature di pregio per Sergio Corbucci. Molti dei film in voga di allora, quali quelli con protagonisti assoluti Bad Spencer e Terence Hill, sono stati sceneggiati proprio da lui. Da ciò, si intuisce che, in vita, qualcosa di importante fece e trasmise, ma, ad oggi, non esiste ancora una forma scritta che ponga nero su bianco le sue opere e la sua verve. Avere in casa un poeta, potrebbe risultare, forse, straordinario per i dirimpettai di dimora, ma al contempo struggente per chi sa bene il retroscena della scena ostentata. Ogni poeta per essere tale deve fare i conti con le ferite della morale. «L’Aquila appare, a mo’ di paesaggio e di suggestioni evocative soprattutto nelle prime poesie scritte da Sabatino stesso. – dice ancora Sonia – Viene richiamata, ad esempio, ‘la conca aquilana’, e tutti quei luoghi, vicini a Cansatessa – la sua seconda ‘culla’ natia – dove ha vissuto da bambino, come un vecchio Mulino, di proprietà di sua sorella e di suo cognato. Salici, fiumi, pioppi: L’Aquila sgorga fuori dalle sue rime, come una antica memoria di immagini materne».

Sabatino Ciuffini è passato a miglior vita nell’anno 2003. «Da parente e da sua discepola, – aggiunge ancora Sonia – mi sono occupata personalmente della sua biografia. Si tratta di un lavoro incominciato due anni fa, il quale è passato per le crune di numerosi incontri ed interviste rivolte a suoi amici e a professionisti del settore». La biografia di Ciuffini, quindi, prende ali e spunto proprio da una lunga opera di raccolta di materiali in parte inediti. L’Aquila sarà preparata a (ri)vivere la vita, leggendola, di un grande uomo a cui diede, anni e anni or sono, i natali? «Il volume trae ispirazioni da fonti dirette ed indirette, affinché la ricostruzione sia comunque fedele ai fatti. Ho intervistato i suoi amici dell’epoca adolescenziale, oggi assai noti professionisti. Ci tengo a dire che, al momento della pubblicazione, non ci troveremo dinanzi ad un testo accademico, ma ad uno scritto in forma di saggio, alla portata di tutti».

Tanta l’attesa serpeggiante attorno a questa splendida novità culturale. «Ultimamente – spiega Sonia – è stato degno di nota, proprio in ricordo della sua poetica, un intervento del dottorando Damiano Acciarino, dell’ Università Ca’ Foscari di Venezia, in occasione di un Convegno tenuto proprio presso l’Università di L’Aquila dal titolo di ‘ Nascere, Rinascere, Ricominciare’, organizzato dalla Georgetown University di Washington. Riscoprire un poeta della levatura di Ciuffini, può aiutare vecchie e nuove generazioni a riflettere sul messaggio della poesia neorealista nonché sulla sua sapiente e dotta capacità di amalgamare arte e vita in versi di mirabile efficacia. La sua poetica manifesta, poi, una riconoscibile trasformazione in combinazione con l’ingresso a Roma. Da quel punto in poi, nelle sue poesie riecheggeranno, infatti, i rumori della città e della strada. Emblematica, sarà la massima in apertura di ‘Sfregazzi’, che tuona così: ‘In principio era la fame’: un ‘lampo’ biblico e, al contempo, una dichiarazione della complessa poetica che si svilupperà, verso dopo verso, nella sua opera».

La sua vita scritta sarà una scoperta, un volo in deltaplano fra i versi di un poeta che, letteralmente, conobbe il senso più angusto della fame. Orfano prima, profondo conoscitore poi delle difficoltà dell’indigenza e della fame, protagonista, infine, del riscatto salubre grazie al cinema. «Quando da L’Aquila approdò a Roma, Sabatino Ciuffini aveva le sembianze di un pellegrino senza patria né lavoro. Correva l’anno 1946: quindi un solo passo più in là dalla Seconda Guerra Mondiale. Allora, incominciò a scrivere per una rivista prestigiosissima – afferma ancora Sonia – che uscì in soli tre numeri, quale ‘La strada’: trampolino di lancio di molte penne dall’anima pura, come Pasolini, Fortini e Pavese. Se dovessi descriverlo in poche pennellate, direi senza dubbio che fu, in vita, un tenace combattente. Spigoloso, diretto, schietto: Sabatino era molto particolare, anche e soprattutto nel carattere. Amava il cinema, ma non la mondanità. Credeva nell’amicizia e nel potere della scrittura».

Ripercorrere a ritroso, accaduto dopo accaduto, parola dopo parola e fatica dopo fatica la vita di un personaggio così, ha il senso, in fondo, di mandare indietro l’orologio della fortuna costruita in solitudine da qualsivoglia essere umano. «Credo che sia utile far uscire le sue poesie dalle biblioteche nazionali e permettere ai suoi versi di rivivere, di respirare tra i lettori che, oggi, ancora non lo conoscono». Un peccato incatenare le sue poesie al chiuso delle biblioteche nazionali.

Sonia Ciuffetelli è, nella vita, una creatrice e trasmettitrice di cultura, in quanto docente e tessitrice di narrativa, poesia e opere teatrali. «Scrivere – conclude – è un atto creativo che fa capire fino in fondo la natura della storia che si racconta. L’arte della scrittura porta ad analizzare, nel profondo, i personaggi e i meccanismi psicologici, a capire il senso dell’azione e dell’ambientazione. Mi piacerebbe molto che i nostri studenti conoscessero la figura e l’opera di Sabatino Ciuffini: tra i tanti messaggi che ha tentato di trasmette, ce n’è uno indimenticabile, quello dell’uomo che si è fatto da sé, che lascia famiglia, casa e certezze per correre dietro a un sogno». La poetica del combattente, quasi, di colui, cioè, che ha piegato il destino grazie alla guerriera volontà personale di farcela una volta su tutte.