
«Per un errore “tecnico” sul decreto ministeriale che assegna il numero di posti nelle immatricolazioni nei corsi di Medicina e Chirurgia al nostro Ateneo sarebbe stato applicato un taglio che avrebbe portato il numero degli iscritti a soli 98, a fronte di un potenziale di 120, pregiudicando la massa critica di un corso di laurea efficace ed efficiente. Grazie al ministro e ai suoi collaboratori, che hanno compreso la gravità assoluta che ne sarebbe derivata, il problema è stato immediatamente risolto, in meno di dodici ore». A comunicarlo, attraverso una nota congiunta, sono il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente e la rettrice dell’università del capoluogo abruzzese Paola Inverardi.
«Questo intervento – aggiungono il sindaco e la rettrice – segue di pochi giorni un’altra manifestazione di vicinanza e strategica solidarietà, rivolta al nostro Ateneo, quale la firma dell’accordo di programma Miur – Università dell’Aquila con il quale si assicura una stabilità di bilancio che permetterà di poter programmare al meglio, per i prossimi anni, tutti gli interventi strategici per portare l’Ateneo ad affrontare prospettive ancor più competitive».
Cialente e la Inverardi ringraziano «il ministro Giannini e i dirigenti del ministero per l’ulteriore manifestazione di attenzione che il Miur ha riservato alla nostra Università, in questa fase drammatica della nostra storia».
La notizia del presunta taglio questa mattina aveva sollevato un vespaio di polemiche e di critiche bipartisan.
PEZZOPANE ANNUNCIA INTERROGAZIONE – «I posti alla facoltà di medicina all’Aquila saranno riportati immediatamente a 115», conferma la senatrice aquilana Stefania Pezzopane.
«Ho parlato con il sindaco Massimo Cialente, con il ministro e i suoi collaboratori – aggiunge – Si è trattato di un errore, immediatamente corretto. Ma voglio andare fino in fondo sulla questione. Presenterò un’interrogazione parlamentare per fare piena luce in merito al taglio dei posti alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università dell’Aquila, per capire come mai in un primo momento si era parlato di un taglio da 140 a 98 posti, poi corretto a 115, a fronte di un aumento per l’Ateneo di Chieti, che passa da 170 a 180 posti».
«La questione – sottolinea la senatrice – si sarebbe abbattuta come una scure su un Ateneo, e su una città, che lottano da anni per sopravvivere. Non possiamo far vanificare da nessuno gli sforzi messi in campo dal governo e dalle amministrazioni locali. Nessuna penalizzazione e nessun errore può essere ammesso. Qualcuno sta mettendo a dura prova la resistenza degli aquilani».
«Nonostante sia stato corretto il refuso – aggiunge la senatrice – intendo comunque portare la questione all’attenzione del Parlamento, con un mio intervento in Aula. E’ una situazione che suscita sgomento e indignazione e che non trova giustificazione alcuna. Voglio sapere chi è contro L’Aquila e la sua Facoltà di Medicina, dal momento che la Facoltà di Medicina dell’Università dell’Aquila è, da sempre, un fiore all’occhiello dell’Ateneo, che ha conservato una capacità attrattiva sempre maggiore per studenti di fuori città e di fuori regione, nonostante il terremoto. Il Governo, attraverso i ministeri competenti, dovrà riferire in merito a quanto accaduto, perché vanno evitati i danni che si verificheranno a tutti i livelli, economico, sociale e culturale e, soprattutto, delle conseguenze per la sanità aquilana e per il suo ospedale regionale, che rischia, in una reazione a catena, di perdere reparti di eccellenza. La città dell’Aquila è alle prese con una ricostruzione difficile, dopo il terremoto che l’ha distrutta, e con una lotta per la sua stessa sopravvivenza che parte dal presidio dei suoi punti nevralgici, quali l’Università e le istituzioni culturali.
Qualsiasi taglio a queste ultime è un colpo al cuore pulsante del capoluogo d’Abruzzo, nel momento in cui, con enorme sforzo, prova a rialzarsi».
«Chi mi conosce – conclude la senatrice – sa qual è la mia tempra e quale la mia determinazione. In questa battaglia andrò fino in fondo. Tutto il mio percorso politico, dalle sezioni di partito agli scranni del Senato, ha avuto come riferimento, prima ancora della politica, la mia città».