
La Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila ha confermato l’ergastolo per omicidio plurimo premeditato per Burhan Kapplani, il cinquantenne imprenditore albanese che, nel gennaio 2013, davanti a un supermercato all’Aquila sparò e uccise l’ex moglie, Orietha Boshi, e il suo compagno Sheptim Hana, 36 e 39 anni. Entro il 30 settembre saranno depositate le motivazioni.
Disposto un risarcimento definitivo di 900 mila euro ai due figli minorenni di Hana, mentre il più grande ha rinunciato a proseguire nell’azione del risarcimento del danno. Gli avvocati di Kapplani, Tommaso Colella e Leonardo Casciere, hanno annunciato il ricorso in Corte di Cassazione.
In Appello il verdetto ha ricalcato l’impostazione dell’accusa, affidata in primo grado al pubblico ministero David Mancini e in questo secondo atto all’avvocato generale presso la procura generale della Repubblica, Romolo Como.
Secondo gli inquirenti, si trattò di una vera e propria esecuzione, programmata da tempo. Padre di quattro figli, l’imputato non si era mai rassegnato alla disgregazione della famiglia e al fatto che la sua ex si sarebbe risposata di lì a qualche mese. Quel giorno si presentò nel parcheggio del supermercato Md di Bazzano, esplose colpi mortali contro l’ex coniuge, che morì subito.
La donna era in auto con la madre, che rimase incolume. Il compagno tentò la fuga a piedi, ma fu raggiunto alla nuca da un proiettile di una pistola di calibro 7.65. Da allora è sempre rimasto in carcere nonostante le richieste di detenzione domiciliare sempre respinte dal giudice per le indagini preliminari e poi dal Tribunale del Riesame, anche per via del pericolo di fuga. In primo grado, esattamente un anno fa, il 10 luglio 2014, il carcere a vita era stato richiesto dall’accusa e sentenziato dalla Corte d’Assise presieduta dal giudice Giuseppe Grieco, a latere Italo Radoccia, oltre ai sei giudici laici.