Futuro grigio per le imprese del territorio, 8 su 10 in alto mare

«Si parla di ripresa, anche se minima; ma questa non è ancora stata percepita dalla maggior parte delle piccole e medie imprese, per le quali il ritorno alla crescita appare ancora una chimera». Questo il grido di allarme lanciato dal vice presidente provinciale di Confesercenti, Pietro Leonarduzzi.
«Oltre 8 imprenditori su 10 – l’82% – a giugno dichiarano di non aver intercettato l’inversione di tendenza: più di uno su due – il 51% – non rileva miglioramenti rispetto al 2014, mentre il 31% sostiene di avere subito un nuovo calo».
«La ripartenza è, purtroppo, ancora limitata ad una piccola parte del tessuto imprenditoriale. Il perdurare dello stato di difficoltà si ripercuote sulla capacità di investimento delle imprese: solo il 18% ha assunto a tempo indeterminato nuovo personale, e la metà ha potuto farlo solo grazie ai nuovi sgravi contributivi. Ma l’80% segnala di non avere ancora l’esigenza o la forza per prendere nuovo personale. Servirebbe una rimodulazione, in direzione del rafforzamento, degli sgravi fiscali e previdenziali per massimizzarne gli effetti in questo periodo ancora difficile».
«La sofferenza delle imprese appare legata soprattutto all’eccessivo prelievo fiscale. Il fisco è di gran lunga la maggiore preoccupazione delle imprese. Una riforma del sistema che porti alla riduzione del carico fiscale è l’esigenza più stringente. È necessario che il Governo vari una riforma del fisco che alleggerisca il peso delle tasse. Ma a questo va aggiunto un intervento urgente per la semplificazione: snellire la burocrazia e assumere interventi per una giustizia più celere», continua il vice presidente.
«A tutto questo va aggiunta l’esigenza di riqualificare l’accesso al credito, riducendo l’effetto delle esposizioni a garanzia degli imprenditori, introducendo il concetto di valorizzare la qualità dell’intervento e dei progetti, piuttosto che basarsi su una mera valutazione dei numeri. A tale proposito è importante che le banche locali stiano più vicine alle imprese con quell’attenzione che di recente è stata dichiarata dalla BCC di Pratola Peligna».
«Ma non c‘è solo questo. Sono necessari anche interventi della Regione Abruzzo, tendenti all’incentivazione degli investimenti produttivi sulla base delle disponibilità finanziarie messe a disposizione dalla Unione Europea con la programmazione 2014-2020. È logico che nulla va lasciato al caso: è importante che si guardi con attenzione a quelle aree, come la Valle Peligna, che necessitano di interventi straordinari in funzione delle politiche legate ai Poli integrati per lo sviluppo», questa la conclusione.