Il Chiassetto degli Ebrei faccia parte di nuovo di L’Aquila città

Il passato torna a bussare sulla porta della città moderna in ricostruzione. «Stiamo ricostruendo la città e i vari ritrovamenti rintracciati contribuiscono alla maggiore conoscenza della nostra storia ed alimentano il nostro senso di appartenenza, collante importantissimo nel lungo iter della ricostruzione dell’Aquila». Cesare Ianni si fa portavoce, in questo caldo sabato di luglio, di una protesta buona. Scrive una lettera al sindaco di L’Aquila affinché il Chiassetto degli Ebrei, parte fondamentale e ricca di passato, ‘riconquisti’ l’antica denominazione. A fronte di ciò, il condottiero di Jemo ‘Nnanzi chiede un intervento a riguardo.
[i]Signor Sindaco,
forse ormai solo in pochissimi ricorderanno che dietro alla Chiesa di San Flaviano, nel dedalo dei vicoli, delle coste, dei chiassetti, un tempo vi era una piccola viuzza chiamata Chiassetto degli Ebrei.
E’ evidente che indicava il luogo ove vivevano gli ebrei, dopo che, alla fine del 300, giunsero in città.
Successivamente, detta antica denominazione venne sostituita con “Chiassetto della prima Pinciara”.
Stiamo ricostruendo la città, numerosi piccoli e grandi tesori riemergono a seguito degli interventi sui palazzi colpiti dal sisma, dalle strade aperte per il passaggio dei sottoservizi e questi ritrovamenti contribuiscono alla maggiore conoscenza della nostra storia ed alimentano il nostro senso di appartenenza, collante importantissimo nel lungo iter della ricostruzione dell’Aquila.
Ed allora riteniamo che sia il momento giusto per restituire al Chiassetto degli Ebrei l’antica denominazione e chiediamo Suo intervento a riguardo.
Il Gruppo Aquilano di Azione Civica “Jemo ‘nnanzi” si rende sin d’ora disponibile a sostenere le spese necessarie per la realizzazione e la posa in opera della relativa targa stradale, ove potrà essere inserito anche il nome del Quarto di appartenenza.
Grazie per ciò che potrà fare per il Chiassetto degli Ebrei.
Saluti aquilani.[/i]