Schaeuble perché?Libere associazioni sulla crisi greca

Il lieto fine della telenovela Grecia sembra essere giunto alla fine. L’accordo è stato raggiunto sulla base di enormi sacrifici che hanno condotto ad un ulteriore [i]face to face[/i] dei duellanti intorno al nodo cruciale delle imposte da far gravare sul popolo greco.
Prima che vi fosse la pantomima del referendum le condizioni imposte al Governo Tsipras erano di gran lunga meno lesive di quanto invece sta avvenendo oggi. Da più parti si dice che l’accordo sia frutto di mediazione da ambo leparti. A mio avviso ciò che risulta evidente a chi di economia comprende poco, è che l’unico scopo di chi si è seduto al tavolo delle trattative dalla parte del soggetto europeo, era la salvaguardia dei propri principi etico-economici. La Germania – insignita dei galloni di stato economico più forte dell’intera Comunità europea – ha reso atto ciò di cui la Storia più volte ha dato conto: da un mero punto di vista strutturale, il paese mostra una solidità tale da far tremare anche il colosso americano e la super potenza putiniana; dal punto di vista politico – invece – la poca lungimiranza del suo Ministro delle Finanze, ha sortito l’ennesimo meccanismo che ha posto all’angolo la stessa Frau Merkel che si è trovata impossibilitata dinanzi ad una linea intransigente che gli stessi tedeschi trovano assurda. Volendo tentare un confronto con il recente passato, la caduta dei tedeschi da loro stessi non viene percepita fin tanto che si trincerano dietro regole stabilite da altri e da loro applicate pedissequamente.
Si è scritto fiumi di parole, si sono raccontati aneddoti intorno alla fine del Reich sempre lasciando trasparire un sottosuolo di ideologia per cui, ritenendosi i migliori, si è implosi per proprie incapacità “strutturali”: Berlino cade e i gerarchi pensano soltanto a loro stessi. Con le dovute differenze, oggi l’intransigenza di Schaeuble ha sortito la possibile – a mio avviso tutto è ancora possibile – esclusione della Grecia dall’Euro: la via è irreversibile, quindi la caduta della Grecia è la caduta ANCHE della Germania e degli altri contraenti il patto di stabilità europea. La fiducia ormai si è incrinata all’interno dell’euro – gruppo stante posizioni irricevibili di stati che incidono sulla prosperità e stabilità del sistema in maniera del tutto ininfluente. La fiducia si manifesta all’atto dei vincolo simbiotico che i contraenti decidono di sottoscrivere, avendo obbligo e doveri; i doveri – nel contempo – non possono comportare una volontà distruttiva perché si ritiene che gli altri siano inadeguati. La Grecia – nelle fattezze di governi sia di sinistra che di destra – ha le sue responsabilità; allo stesso modo non si può decidere di strozzare un paese e di imporre le proprie idee anche a chi in sostanza dovrebbe controllare chi, pur non essendo controllore, si erge a tale in nome di una “sanità” che non ammette cadute di fiducia, come quanto accaduto con il Greferendum.
Stabilire nuovamente vincoli fiduciari pretende una decisività di fondo tra i duellanti che non prevede veti incrociati. Quanto stabilito nell’ultimo incontro ha sortito la salvezza dell’intero sistema europeo, non soltanto della Grecia. L’intransigenza di fondo sarebbe attuata anche nei confronti di paesi come la Spagna, la Francia e la stessa Italia. Il rispetto dei vincoli fiscali non può e non deve allentare la fiducia che si ha nelle istituzioni, che risentono di imposizioni che non sono decise all’atto della sottoscrizione dei patti di stabilità. Storicamente l’inasprimento delle regole ha generato sempre populismi e nazionalismi che – declinandosi come malcontento del popolo oppresso – a loro volta hanno condotto a scontri fratricidi. Solertemente quanto richiesto ora dalla Troika al popolo greco è frutto di un imbarbarimento di fondo che vuole la supremazia di un popolo rispetto ad altri.
Quanto si sta scrivendo non vuole essere un j’accuse nei confronti della Germania; può e deve essere considerato un plauso all’arte politica di uomini che hanno tentato – con la mediazione – di arrivare ad una conclusione che vedesse salvaguardati i valori stessi della Costituzione della Comunità Europea.
È evidente che le imposizioni dettate sono dure, addirittura più di quanto lo erano 5 mesi fa; allo stesso modo Frau Merkel non ha ceduto al fare di un Falco che sembra dimenticare quanto fatto nel 1992 per la Germania, alla caduta del muro di Berlino, per non far vivere due paesi diversi seppur uniti. Adesso si corre il rischio che questo avvenga. Schaeuble scherza con il fuoco, sapendo di possedere una forza nelle mani che potenzialmente renderebbe atto a numerosi micro conflitti economici che darebbero vita a più versioni di un unico soggetto politico, declinante diverse velocità economiche che sortirebbero conflitti di cui si ignorano – adesso – le conseguenze.
In sostanza ciò che si è raggiunto come accordo è il frutto di dialogo tra soggetti aspiranti all’unità, capaci di arginare la potenza distruttiva di una ideologia politica che non la si può deinire neanche liberale o neo liberale. Quanto professato dal Ministro Tedesco è una fare nazionalista che non deve mai palesarsi in Europa, altrimenti si fa il gioco di chi punta alla disgregazione del proprio e altrui stato.
Cos’ è l’Europa? È un soggetto politico economico che pone in essere il raggiungimento di obiettivi che sortiscano la crescita e lo sviluppo di tutti i suoi cittadini.
Per questo motivo – ancora una volta – è demandato al popolo greco, nella fattispecie al parlmento greco, il compito di decidere del proprio futuro. Si è d’accordo sulla durezza delle decisioni; si è d’accordo ancor di più sulla necessità che vi sia una ptresa di coscienza che vuole unità. Ogni stato ha dettato le proprie regole; ogni governante ha cercato di imporre la propria linea confluente in un messaggio di distensione. Per questo motivo ci si domanda quale sia la motivazione che spinge ad essere protezionisti di un’economia non più di Stato, bensì trans – statale, comunitaria.
Non aderire agli accordi significherebbe – per tutta l’Europa – non soltanto per gli ellenici la fine di un sogno cullato da sempre.
Perché Schaeuble? Perché apparire come un gerarca che vuole la distruzione di un sogno soltanto per una grande dose di narcisismo che porta alla distruzione?
Perché imporsi senza dialogare?
Un plauso va fatto ai socialdemocratici tedeschi e alla Merkel, sempre riluttante dinanzi alle azioni del suo Ministro. Probabilmente l’essere dell’Est ha fatto ricordare il limite intrinseco delle imposizioni intransigenti: la distruttività auto ed etero diretta.
Perché fare tutto ciò Schaeuble dando soltanto tre giorni per approvare riforme che vanno dal fisco alla giustizia per approdare alle pensioni attraverso il ridimensionamento delle spese militari?
La culla della democrazia deve dimostrare al mondo di essere dialogante dinanzi all’impassibilità che non ammette critiche – neanche quelle di Mario Draghi – del Ministro tedesco.
Il dado è apparso tratto; in realtà si gioca su un tavolo verde ove il ruolo centrale lo svolge il popolo greco che è chiamato a salvare non soltanto sé stesso, bensì tutto il continente.
Tutto accade sotto lo sguardo di vigilanti interessati come Usa e Russia, con la Cina che detenendo fette di debiti sovrani un po’ in giro per il mondo, osserva senza dire la propria idea.