
di Valter Marcone
Ho pensato – come dicono
i versi di un antico tango
argentino – di lasciare aperta
la porta di notte
per poter sognare che tu
ritorni.
Possono venire i ladri
ma non possono rubare
niente
perché è mio questo amore
io lo possiedo
e nessuno me lo può
portare via.
Così ora so che cosa si prova
a tenere dentro il cuore
questa passione
come quella di un dio
che abita la sofferenza
degli uomini e che non riusciamo
a capire.
E’ lo stesso profumo
che viene dalle finestre annerite
delle case chiuse. Aspettano l’avvenire
e nelle stanze le voci
chetate d’un tratto all’improvviso
dopo il trambusto di quella notte
hanno una smorfia di estasi amorosa
che gli deforma il tono.
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