
L’imprenditore aquilano Massimo Mancini, vicepresidente dell’Aquila Calcio, è stato arrestato ai domiciliari, insieme ad altri due indagati, nell’ambito di un’ inchiesta della procura della Repubblica di Roma sull’incasso di rimborsi da parte di una Scarl di imprese costituita per la realizzazione di un appalto pubblico, risalente al 2004, finalizzato all’ampliamento della Galleria nazionale d’arte moderna (Gnam) di Roma, poi saltato.
Il lavoro, successivamente, non è stato realizzato per responsabilità dell’appaltante con la scarl che al termine della causa civile ha ottenuto il risarcimento per le spese sostenute e il mancato lavoro.
Secondo l’accusa, i rimborsi per le spese sostenute assegnate dal tribunale sarebbero avvenuti sebbene una delle ditte associate fosse fallita, fallimento che non è stato comunicato. Su Mancini pesa l’ipotesi di reato di concorso in bancarotta fraudolenta.
La vicenda non riguarda l’attività nella ricostruzione post-sisma dell’Aquila e neppure l’impegno nel mondo del calcio. La misura è stata attuata nei giorni scorsi: l’imprenditore è agli arresti domiciliari nella sua casa di Roma, è stato già interrogato rigettando ogni addebito.