Sconci: ‘Basta fango e intrusioni della politica nella Asl’

Riceviamo e pubblichiamo una nota del dott. Vittorio Sconci, direttore del Dipartimento Salute Mentale della Asl1.
«Siamo in molti nel mondo della sanità provinciale, Direttori di Dipartimento, Direttori di Distretti Sanitari, Direttori dei Presidi Ospedalieri, Direttori dei Servizi di Area Centrale, Dirigenti Medici e Personale tutto, a pensare che da un po’ di tempo a questa parte uno schieramento politico aquilano getta fango sull’immagine del manager della nostra ASL e, di conseguenza, anche sulla efficienza del nostro sistema sanitario.
La cosa interessante è che in molteplici interventi si fa riferimento a presunti “giudizi della gente”, a diffuse “insoddisfazioni popolari”, alla presenza di “un personale ormai frustrato e demotivato” e chi più ne ha più ne metta.
Il tutto per giudicare una attività, quella sanitaria, che dovrebbe essere monitorata costantemente non “dalla gente” ma da specifici organismi deputati a questa funzione.
Mai si parla di risultati. Si parla a iosa di “punti nascita” e di milioni “dirottati” altrove senza ragionamenti scientifici e senza elementi di chiarezza per cittadini, ahimé, sempre più confusi.
Nulla di concreto! Nulla che prospetti una idea chiave di futuro. Al contrario, l’uso di questi metodi ci fa prefigurare un orizzonte ricco di infiltrazioni clientelari, “vecchie” intrusioni della politica sulla sanità, insomma, la riesumazione posticcia di antichi vizi di una presunta ed ormai superata egemonia culturale.
Quindi, nulla di vero, nulla di bello, nulla di nuovo.
Nei nostri reparti invece troviamo, tutti i giorni, in prima fila, uomini e donne impegnati nel lavoro, scevri dalle capziosità della polemica politica, che rispondono con modestia al richiamo di una prospettiva sociale fatta anche di sacrifici.
Gli “altri” sono dietro!
Le interrogazioni parlamentari, i richiami confusissimi al rango delle responsabilità istituzionali fanno parte di uno schema stantio.
Crediamo nella politica e per questo ci impegniamo convinti che, a causa di tali metodi, nella città dell’Aquila ci siano molte posizioni da recuperare.
Insieme abbiamo conservato una capacità professionale messa a dura prova dalle catastrofi naturali e dalla difficoltà di una unificazione organizzativa ancora da “digerire”.
Invitiamo tutti a dare un’occhiata alla mobilità attiva dei nostri ospedali e se, nonostante la presenza di dati di fatto, c’è qualcuno che sceglie ancora la strada della polemica, sappia che la società reale ha in mente un mondo completamente diverso».