
di Fulgo Graziosi
L’esasperata scolarizzazione delle nuove leve ha creato negli ultimi anni una nuova categoria: “Laureati disoccupati”.
È una realtà alla quale non possiamo sfuggire e sulla cui generazione non possiamo addurre attenuanti di sorta. È vero che siamo stati coinvolti in una crisi globale. È altrettanto vero che non siamo riusciti a riconvertire la produttività sociale del nostro Paese. In definitiva, anche se il paragone può risultare alquanto scomodo, la struttura dello Stato può essere posta in relazione con quella dell’industria. Quest’ultima ha una durata media accertata di un quarantennio. Alla metà del percorso, però, dovrebbe essere posto in essere un sistema di riconversione, se si vuole reggere il confronto con la concorrenza di settore, altrimenti non si è più competitivi.
Ferdinando Toscano, giovane trentatreenne, appartenente ad una agiata famiglia di farmacisti, ha sicuramente metabolizzato questi concetti e ha deciso, con estremo coraggio, di cambiare indirizzo. Si è guardato dentro. Ha sottoposto la propria coscienza ad un serio esame introspettivo e, al cospetto del dilemma “vado avanti negli studi prescelti”, oppure “preferisco dare una svolta concreta alla vita”, ha optato decisamente per la seconda ipotesi.
Ha fatto una serie di conti economici e ha dimostrato ai genitori che sarebbe stato molto più conveniente investire i risparmi in una attività produttiva, anziché in un piano di studi, al termine del quale, con ogni probabilità, avrebbe dovuto prendere l’aereo per raggiungere i Paesi orientali per avere maggiori occasioni di lavoro. La passione per la natura e le potenzialità economiche e produttive che la stessa può offrire, hanno convinto Ferdinando a riconvertirsi direttamente all’agricoltura intelligente. Ha elaborato un possibile progetto di sviluppo.
Si è confrontato e misurato con professionisti di rilievo. Ha verificato tangibilmente la positività del proprio programma di lavoro. Ha acquistato una vecchia azienda agricola, ormai in disuso, sul cui terreno era stato edificato un vecchio e interessante casale agricolo, risalente ai primi anni dell’ottocento. Prima di acquistare il terreno, Ferdinando si è guardato intorno e ha notato che la proprietà era collocata ai margini di una importantissima area archeologica. La stessa era ed è ubicata in una zona baricentrica dell’asse mediano e longitudinale del Paese. Ad una sola ora da Roma. A circa venti minuti dagli impianti sciistici di Campo Felice, delle Rocche e di Campo Imperatore. Inoltre, la proprietà è ubicata in prossimità del Parco Nazionale del Gran Sasso e del Parco Regionale Velino Sirente. È una vera e propri appendice dell’Aquila, Capoluogo d’Abruzzo. Confina con le emergenze archeologiche dell’anfiteatro e del teatro di Amiterno e, ancora, con le catacombe di San Vittorino. In meno di un’ora si può raggiungere la costa adriatica e, in meno di due ore, quella tirrenica. Confina con il nascente Aeroporto dei Parchi che, se dovesse svilupparsi, aggiungerebbe un ulteriore prestigio all’area in corso di evoluzione. Ferdinando Toscano, giovane dal sorriso aperto e dalla volontà di ferro, si è rimboccato subito le mani e ha cominciato a bonificare l’area, secondo le sue linee programmatiche e progettuali. Ha dissodato il terreno, destinandone una parte alla produzione del frumento e un’altra parte alla coltivazione razionale e intensiva dei frutti di bosco. Ha ristrutturato con passione e con mirata avvedutezza quasi tutti gli immobili esistenti sulla proprietà: casa colonica, stalle, rimessa degli attrezzi agricoli, granai e fienili. Intanto l’azienda agricola è entrata in produzione e Ferdinando ha provveduto a collocare sul mercato i prodotti della sua terra, principalmente frumento e frutti di bosco.
Poi il progetto ha cominciato a decollare. Il vecchio casale è stato perfettamente ristrutturato, senza alcuna alterazione volumetrica. In esso hanno trovato collocazione ben quattro camere matrimoniali con servi igienici annessi e tre mini appartamenti, con due posti letto cadauno, servizi igienici e un locale per la prima colazione. Sul terreno, sfruttando le realtà esistenti, sono stati realizzati due bungalow in legno, perfettamente in linea con l’ambiente circostante, da quattro posti letto cadauno e annessi servizi igienici.
All’interno dell’azienda agricola si trova anche un piccolo laghetto dotato di un ideale microclima attrattore per la sosta degli uccelli migratori e della fauna stanziale, debitamente protetta dalla presenza di alberi e vegetazione prettamente lacustri. Un autentico fiore all’occhiello di questa iniziativa. È in corso di allestimento e di definizione anche una struttura che dovrebbe ospitare un idoneo e prestigioso ristorante. Il giorno dell’inaugurazione, ci siamo trovati immersi in un ambiente accogliente e razionale. Si respirava aria di casa nostra, pulita, fresca e serena, in netto contrasto con le calure cittadine.
Si aveva la sensazione di respirare la salubre aria di campagna, senza polvere e priva di ogni forma di caligine. Abbiamo attraversato velocemente tutti i vialetti esterni, i porticati, con l’ansia di visitare gli interni, curati nei minimi particolari, compreso l’arredamento. Ci siamo trovati al centro, senza volerlo, della splendida cornice dell’Azienda Agrituristica “Valviola”, ubicata lungo la Via Amiternina, al civico 99, a confine con l’Anfiteatro di Amiterno. In questa azienda si coniuga perfettamente cultura, ambiente, paesaggio, agricoltura, archeologia, storia e, soprattutto, turismo. L’apertura dell’esercizio è estesa all’intero anno solare. Il proprietario, Ferdinando Toscano, è raggiungibile telefonicamente al telefono mobile 320.56.56.502, oppure attraverso l’indirizzo di posta elettronica [url”valviola.amiternum@gmail.com”]valviola.amiternum@gmail.com[/url].
E’ un’azienda agrituristica a cinque spighe. Merita di essere visitata e frequentata. Complimenti a Ferdinando per questa bella struttura agrituristica che, sicuramente, contribuirà a migliorare e rafforzare l’accoglienza turistica dell’area aquilana.