
di Claudia Giannone
Prime parole dopo un incontro che ha riservato molte sorprese. Ai microfoni della stampa, per la prima volta dopo un match dell’Aquila, mister Carlo Perrone. Una analisi che riguarda innanzitutto la vittoria di oggi con l’Arezzo, dedicata dal tecnico e dal team stesso al vice presidente Massimo Mancini, ma successivamente anche la situazione della squadra in questo momento dell’estate.
{{*ExtraImg_250264_ArtImgRight_300x450_}}«Cominciare con una vittoria dà morale a tutti – ha detto – anche ai tifosi, che nonostante il cambiamento di strategie vedono che si può ottenere qualcosa. Ma la morale è data anche alla squadra: nonostante tutto, si tratta solo di calcio d’agosto. Dobbiamo pensare al campionato: qui a L’Aquila mi sento protetto dai miei genitori, mi aspetto un’annata positiva».
«I ragazzi mi hanno sorpreso – ha proseguito – perché ci stiamo allenando soltanto da dieci giorni: abbiamo fatto solo due partite tra di noi a tutto campo. Non pensavo che sarebbero riusciti a tenere così a lungo, ma più passavano i minuti e più tenevano duro».
Un allenatore che riesce a far star bene la squadra durante gli allenamenti, ma che si considera comunque in grado di tenere lo spogliatoio e di far rispettare quella che è la tabella di marcia.
«Ci sono regole fondamentali per me: non essere un sergente di ferro non vuol dire non tenere in pugno la squadra. L’impegno deve esserci sempre, deve essere la prima cosa. Il tridente offensivo? È fondamentale, mi piace molto. Conoscevo bene Claudio De Sousa ed è riuscito a stupirmi positivamente, allo stesso modo avevo già avuto molto tempo per conoscere Mancini e l’ho ritrovato in forma».
Una battuta sugli avversari appena incontrati e sul periodo vissuto dal punto di vista della preparazione e delle amichevoli giocate. «L’Arezzo ha fatto molte amichevoli, anche di livello, ma la preparazione è stata diversa: secondo me hanno lavorato molto di meno rispetto a noi. Io preferisco sempre non farle, soprattutto nei primi quindici giorni, perché andando bene ci si può esaltare e andando male ci si può buttare giù», ha concluso.