Call center Globe Network L’Aquila, sindacati: «60 posti a rischio»

«Il 22 luglio Globe Network, call center aquilano che occupa 237 lavoratori, ha aperto la procedura di licenziamento per 60». A comunicarlo, attraverso una nota, è Slc Cgil, sottolineando come tutto questo avvenga in «un territorio già duramente provato dalla crisi generale in corso e da altre specifiche vertenze nel settore che stanno cancellando centinaia di posti di lavoro in provincia dell’Aquila».
«Il 5 agosto scorso – si legge ancora nella nota – nella sede della Provincia dell’Aquila, alla presenza di Confindustria, è stato firmato, dalla sola organizzazione sindacale Uilcom-Uil, un accordo che consentirà all’azienda di procedere ai licenziamenti annunciati. La Slc Cgil, la Fistel Cisl e la Ugl Telecomunicazioni hanno chiesto che nella discussione fosse coinvolto il committente di Globe Network, il gruppo H3G, per comprendere l’effettiva portata dei problemi occupazionali dichiarati, oltre che per costruire reali possibilità di permanenza sul territorio dell’azienda, a fronte di seri impegni sul fronte industriale e occupazionale. Nulla di tutto questo è stato realmente discusso».
«Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Ugl Telecomunicazioni, inoltre – si spiega nella nota – hanno posto all’azienda, ma anche a Confindustria e alla Provincia, una serissima questione di coerenza. Ad oggi, in azienda, i lavoratori, pur avendolo maturato contrattualmente, non hanno potuto fruire di un monte ore di ferie e “riduzione orario di lavoro” residuo pari a 35243.735 ore, che, se abbattuto, consentendone la fruizione a lavoratrici e lavoratori, avrebbe potuto contribuire a diminuire il numero degli esuberi e affrontare in maniera meno traumatica la situazione.
Peraltro, vi è anche un obbligo di legge, ad usufruire di ferie e permessi, prima dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali. Questa richiesta non è stata presa minimamente in considerazione né dall’azienda, nè tantomeno da Confindustria o dalla Uilcom e dalle sue RSU».
«Lascia perplessi – aggiunge Slc Cgil – che, a soli 12 giorni dall’apertura della procedura, si firmi, il 5 agosto, un accordo che prevede l’utilizzo dei contratti di solidarietà solo dal primo ottobre 2015. L’accordo sottoscritto da una sola organizzazione sindacale presenta anche vizi sostanziali e di forma, poiché, prima della convocazione presso la sede della Provincia dell’Aquila, avrebbe dovuto esservi una discussione in sede sindacale, che, ove non avesse condotto ad un accordo, avrebbe potuto proseguire, appunto nella sede della Provincia. Pertanto, essendo mancata totalmente, la fase di discussione sindacale, che la legge prevede possa durare fino a 45 giorni, chiediamo alla Provincia di ritirare la propria firma dall’accordo».
«La Provincia – conclude la nota – dovrebbe esercitare un ruolo di mediazione positiva tra le parti e non il ruolo di mero spettatore di una vicenda».