
L’amministrazione del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga decide di rinnovare la parte sentieristica relativa alla zona verde posta sotto la sua giurisdizione. A tal proposito, emana un avviso pubblico atto a raccogliere le manifestazione di interesse in merito, rivolto a tutti gli architetti della Provincia, in data 28 luglio 2015. La scadenza della presentazione dell’istanza è prevista per oggi, 7 agosto.
L’Ordine degli Architetti di L’Aquila, però, prende le distanze dall’Ente e dall’offerta ‘di lavoro’ posta sul mercato, «giudicando assolutamente offensivo il bando e considerandolo palesemente ridicolo per le categorie professionali coinvolte». Alla luce dei fatti, l’Ordine chiede immediatamente il ritiro del bando, diffidando anche i propri iscritti dal partecipare allo stesso.
Le motivazioni della diffida, in somma sintesi, sono da rintracciare in tre passaggi fondamentali presenti nel bando, ricollegabili, in massime linea, ai modi e ai tempi di realizzazione dei lavori di valorizzazione richiesti. «Anzitutto, – si legge in una nota a firma del presidente dell’Ordine – le criticità sono da rintracciare nel fatto che l’importo a base di gara, soggetto anche ad offerta economicamente più vantaggiosa, e stabilito per una cifra pari a 20 mila euro, non può consentire l’elaborazione di un progetto relativo ad un numero di 121 sentieri per un totale di 1934 chilometri percorribili».
«In seconda istanza poi – specifica l’architetto – i richiesti 20 giorni naturali e consecutivi, ossia il tempo di espletamento del servizio stabilito dal bando, corrisponderebbero, in buona sostanza, «a soltanto 15 giorni totali di elaborazione, il che significherebbe la progettazione di ben 8 sentieri al giorno per 130 chilometri complessivi da terminare quotidianamente, tenendo bene a mente che la sola percorrenza di tali sentieri – si legge ancora – nei tempi e nei modi richiesti, non sarebbe possibile, a livello fattivo, nemmeno con un elicottero».
Inoltre, la percorribilità di alcuni sentieri risulta essere, ad onor del vero, assolutamente pericolosa anche per gli appassionati della montagna, ossia gli ‘scalatori’ che periodicamente frequentano il Gran Sasso. L’Ordine fa riferimento, soprattutto, alla zona della Direttissima del Corno Grande.
Un bando giudicato ridicolo, quindi, che potrebbe anche portare ad una precisa presa di posizione legale da parte dell’Ordine, nel caso in cui l’Ente Parco si rifiuti di ritirare l’offerta di lavoro dal mercato.