Gran Sasso: morta una donna travolta da un fiume di acqua e sassi

10 agosto 2015 | 09:30
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Gran Sasso: morta una donna travolta da un fiume di acqua e sassi

E’ stata una domenica di terrore per una famiglia teramana che si è conclusa in tragedia.

Natascia Salvi, 44 anni, è morta travolta da un fiume di acqua e sassi che l’ha trascinata per diversi metri tra le rocce.

Tutto e’ iniziato ieri pomeriggio, quando un violento temporale ha sorpreso i malcapitati ai piedi della vetta del Prena, che tocca i 2.561 metri di altitudine. In breve tempo una enorme quantita’ di acqua si e’ accumulata in bacini temporanei, favoriti anche da vecchia neve che ha formato vere e proprie dighe. Improvvisamente l’acqua si e’ riversata a valle trasportando rocce e massi e travolgendo la donna, che non ha avuto scampo.

La situazione estremamente pericolosa ha costretto il padre, inerme di fronte all’accaduto, a restare in quota con il bambino ed a mandare la ragazzina a valle in cerca di aiuto. Giunta sulla strada asfaltata, la tredicenne e’ stata accompagnata da un passante a Campo Imperatore e da li’ e’ stato lanciato l’allarme al 118.

Una squadra del Soccorso alpino verricellata in quota da un elicottero ha provveduto a recuperare padre e figlio, bloccati da ore su un dirupo di 50 metri e ormai allo stremo delle forze per la caduta continua di massi. In serata i tre sventurati sono stati accompagnati all’ospedale San Salvatore dell’Aquila, nel cui obitorio si trova anche la salma della donna.

La famiglia era residente a Teramo e l’uomo, dipendente della locale Asl, e’ stato ricoverato in con una prognosi di una ventina di giorni a causa di un principio di ipotermia e alcune contusioni.
Illesi i due figli che, non accortisi di quanto accaduto alla madre, avevano trovato riparo in una piccola grotta. Entrambi sono tornati a casa accompagnati da parenti. Intanto l’autorita’ giudiziaria ha disposto l’autopsia per capire se la donna sia morta a causa di un malore o per i traumi riportati.

Un diciottenne dell’Aquila, sempre nella giornata di ieri, è stato colpito da un fulmine a pochi metri dalla vetta del monte Camicia. A lanciare l’allarme al 118 è stato uno dei quattro compagni d’escursione che racconta:

«ho visto il mio amico balzare in aria e accasciarsi a terra, dopo essere stato colpito da una violenta scarica elettrica».

Colti in vetta da un’improvvisa grandinata, i ragazzi avevano infatti intrapreso la via del ritorno. Nonostante il giovane abbia battuto la testa a terra e abbia riportato una serie di tagli profondi, non ha mai perso coscienza fino all’arrivo dei soccorsi. Il giovane è stato accompagnato all’ospedale San Salvatore dell’Aquila con l’elicottero del soccorso alpini.

Le condizioni di salute del ragazzo sembrano essere buone.