Mascioni di Campotosto ricorda il poeta del popolo

13 agosto 2015 | 10:59
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Mascioni di Campotosto ricorda il poeta del popolo

di Nando Giammarini

Non credo esistano parole per rimembrare Adriani Rinaldo, le qualità superiori dell’uomo, dell’amico, del poeta, la persona saggia ed altruista che ha fatto della sua dedizione alla famiglia, al lavoro, alla poesia a braccio, al prossimo la ragione e l’obiettivo disinteressato della sua vita.

Mascioni di Campotosto, suo paese natìo, ricorderà l’illustre figlio – estempore cantore e maestro dell’ottava rima, uno dei poeti più bravi, quotati ed apprezzati dell’Italia Centrale – il 16 agosto alle ore 21,00 – con una gara poetica patrocinata dal Comune di Campotosto, nel secondo anniversario della scomparsa. Egli – nello stile e con la sensibilità dei pastori che hanno fatto la storia di nostri monti e del Paese, era uomo di bontà, onestà e correttezza infinita, persona mite, semplice e buona che ben si adattava a qualsiasi circostanza ed era sempre pronto a sostenere, con il coraggio e la convinzione della generosità, chi necessitava del suo aiuto o dei suoi consigli.

Non è facile parlare e scrivere di un uomo di questa tempra e di simile statura, un amico a due anni dalla scomparsa quando il ricordo cede il posto all’emozione e le ciglia si bagnano. In questo particolare momento mi appare in tutto il suo naturale splendore il giorno del mio matrimonio,quando nel suo aspetto più naturale in abito da cerimonia e con la cravatta slacciata venne a cantarmi un’ottava e fu una vera, graditissima, sorpresa. Non per me che onestamente me lo aspettavo ma per tutti gli invitati. Altri bellissimi ricordi vivi nella mia mente sono quelli in cui si cantava fino a giorno ed alle prime luci dell’alba ognuno si avviava al suo lavoro oppure, intorno agli anni ottanta, quando rimase fino a novembre inoltrato, con il suo gregge sui monti di Cagnano Amiterno vicinissimo a Cabbia mio paese d’origine, tutti i fine settimana era festa per gli amici e gli altri appassionati della “nostra musica dell’anima”: il canto a braccio.

Ci ritrovavamo in ristoranti, osterie o in semplici case private e si cantava fino alle ore piccole. E’ passato il tempo, ognuno di noi, andando avanti, lascia tracce del suo vivere; le sue sono indelebili con quel patrimonio poetico, di cultura, di conoscenza di cui dovremmo fare tesoro poiché abbiamo il dovere morale di conservarlo gelosamente e trasmetterlo alle nuove generazioni.

Quando un poeta ed un amico ci lascia tutti siamo più soli. Pervasi da quel sentimento di dolore e di solitudine, la reale sensazione di un vuoto incolmabile che solo il tempo può lenire. Dobbiamo rimanere composti e, seguendo il tuo esempio, continuare a sorridere ed imprecare di qualcosa che non va perché lo spettacolo della vita, triste o gioioso che sia, deve sempre proseguire. Quando un astro luminoso si spegne lascia un buco nero; la tua ingiusta e prematura dipartita lascia il posto ad una scia iridescente che chiunque ti ha apprezzato e ti ha voluto bene vede ed imita il tuo esempio di vita. Vivi in eterno nella nostra mente e nei nostri cuori facendo brillare ancora l’astro luminoso che sei stato in vita.