
«Vedo un po’ di nervosismo dal consigliere Liris, che vedo attaccare direttamente la mia figura e il mio ruolo, agitando argomento che sono forse un pochino strumentali e incoerenti». Questa la replica del consigliere straniero Gamal Bouchaib, a seguito degli attacchi di carta ricevuti da Liris. Incomincia un botta e risposta aquilano, si auspica sia quantomeno costruttivo.
«Da una parte dice che mi occupo degli stranieri e non degli italiani, dall’altra che sto venendo meno alla funzione di consigliere straniero nata, dice giustamente Liris, per rappresentare le istanze dei non italiani. Ma forse è ingenuo definirlo nervosismo, forse la sua agitazione è studiata, e Liris spera che attaccare lo straniero aiuti a definire meglio il suo profilo. Non si deve quindi essere fatto sfuggire l’occasione. Buon per lui, spero che gli frutti».
«Solo vorrei far notare – spero che Liris non se ne dispiaccia, perché la libera manifestazione del pensiero risulta essere un diritto fondamentale – che proprio perché vivo tutti i giorni questa città mi rendo conto che la gente è stufa delle polemicucce strumentali, e avrebbe voglia di vedere discussioni serie e confronti, anche aspri, ma seri, onesti, per prendere di petto i problemi», afferma ancora Gamal.
«Sono contento che abbiamo trovato un consigliere che si occupa, come dice di fare Liris, [i]“di tutte le discriminazioni sociali”[/i] della nostra città, e fa seguire un lungo elenco. “Vaste programme”, come direbbe il generale De Gaulle. Se vuole, ha in me un attento e umile interlocutore per metterlo a fuoco un po’ meglio. Ho molto amato la storia di Robin Hood, anche come intelligente metafora di certi aspetti e desideri delle nostre vite. Sono sempre stato consapevole, tuttavia, che la realtà è un po’ più complessa e sfaccettata: ma nella foresta di Sherwood, del resto, non ci sono le elezioni», così conclude.