Lezioni di scherma fra i puntelli del centro storico

di Gioia Chiostri
«L’anno del terremoto, io conobbi L’Aquila mondana e serale per la prima volta. Oggi, all’età di 21 anni, l’ho riscoperta, nelle sue fattezze restaurate e ricostruite, grazie al bacio principesco del fantasy, che l’ha risvegliata per la prima volta come una bella addormentata».
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Se le mura medievali di L’Aquila città potessero parlare, quante cose che racconterebbero. Ma se potessero parlare i suoi puntelli, le sue toppe, le crepe e le impalcature scheletriche di ferro, ne uscirebbe fuori, senza dubbio, un racconto talmente a zig-zag che l’aquilano di turno potrebbe anche perdervi la testa e il cuore. ‘Sulle Tracce del Drago’, la manifestazione a schietto carattere ‘medieval-fantasy’, riproposta, dopo la bellezza di più di dieci anni circa, alla popolazione del capoluogo d’Abruzzo in merito alla 721esima edizione della Perdonanza Celestiniana, si è rivelata un buon espediente contro la normalità anormale del Post-sisma. Nei pressi del Palazzetto dei Nobili, palazzo storico da poco ristrutturato della città, ha avuto luogo, di fatti, in una tre giorni congeniata ad hoc, l’attività della scherma medioevale e rinascimentale, organizzata dalla Scuola locale ‘Sala d’Arme Achille Marozzo’.
Una vera e propria dimostrazione di combattimento basata sui trattati rinascimentali di scherma, che ha regalato l’emozione di un duello di spada sola, effettuato in piena sicurezza. Teresa Medori, studentessa di Lingue a ‘Roma Tre’, 21enne e aquilana dalla nascita, ha preso parte alla festa del Medioevo dipinto di magia. Nello scatto rubato, è lei che, assieme ad un allievo della scuola suddetta, di nome Pietro, dà atto ad una stoccata niente male.
Un sgorgo di vita, insomma, fra i puntelli di un cimitero che si sta cercando, pian piano, di ripopolare. «Sono patita di fantasy e di particolarità medievali da molto tempo oramai, soprattutto delle armi da taglio dell’epoca. La manifestazione ‘Sulle tracce del Drago’ ha, praticamente, portato a L’Aquila un’atmosfera diversa, moderna ma al contempo antica. La scherma medievale era una delle attività proposte dal programma della manifestazione. È stata un’esperienza meravigliosa: mi rendo conto che si tratta di una passione un po’ elitaria, ma vedere tanta gente prendere parte ad un evento più unico che raro, è stato positivamente devastante. Da anni, oramai, non vedevo una fiumana di gente simile lungo il corso principale della città».
Le lame utilizzate durante le competizioni di prova in pieno centro storico, come si può ben vedere dalle foto scattate da Simona Giamberardini, non ‘infilzano’ per davvero, ovviamente. «Le spade erano fabbricate con un materiale flessibile: quando si riceveva il colpo, in pratica, non si provava dolore sulla pelle. Inoltre, noi ‘curiosi per caso’, siamo stati letteralmente bardati dalle protezioni specifiche. Una bella esperienza, che ha acceso in me ancora di più l’amore per questo genere di attività. Non nascondo di voler incominciare il prima possibile a praticare la scherma medievale come sport settimanale». Teresa Medori, col pallino della lingua tedesca, pratica già da tempo la lotta corpo a corpo, il ‘krav maga’ – sistema di autodifesa e di combattimento a contatto ravvicinato di origine israeliana – nella capitale romana.
di Gioia Chiostri
«L’anno del terremoto, io conobbi L’Aquila mondana e serale per la prima volta. Oggi, all’età di 21 anni, l’ho riscoperta, nelle sue fattezze restaurate e ricostruite, grazie al bacio principesco del fantasy, che l’ha risvegliata per la prima volta come una bella addormentata». Se le mura medievali di L’Aquila città potessero parlare, quante cose che racconterebbero. Ma se potessero parlare i suoi puntelli, le sue toppe, le crepe e le impalcature scheletriche di ferro, ne uscirebbe fuori, senza dubbio, un racconto talmente a zig-zag che l’aquilano di turno potrebbe anche perdervi la testa e il cuore. ‘Sulle Tracce del Drago’, la manifestazione a schietto carattere ‘medieval-fantasy’, riproposta, dopo la bellezza di più di dieci anni circa, alla popolazione del capoluogo d’Abruzzo in merito alla 721esima edizione della Perdonanza Celestiniana, si è rivelata un buon espediente contro la normalità anormale del Post-sisma. Nei pressi del Palazzetto dei Nobili, palazzo storico da poco ristrutturato della città, ha avuto luogo, di fatti, in una tre giorni congeniata ad hoc, l’attività della scherma medioevale e rinascimentale, organizzata dalla Scuola locale ‘Sala d’Arme Achille Marozzo’.
Una vera e propria dimostrazione di combattimento basata sui trattati rinascimentali di scherma, che ha regalato l’emozione di un duello di spada sola, effettuato in piena sicurezza. Teresa Medori, studentessa di Lingue a ‘Roma Tre’, 21enne e aquilana dalla nascita, ha preso parte alla festa del Medioevo dipinto di magia. Nello scatto rubato, è lei che, assieme ad un allievo della scuola suddetta, di nome Pietro, dà atto ad una stoccata niente male.
Un sgorgo di vita, insomma, fra i puntelli di un cimitero che si sta cercando, pian piano, di ripopolare. «Sono patita di fantasy e di particolarità medievali da molto tempo oramai, soprattutto delle armi da taglio dell’epoca. La manifestazione ‘Sulle tracce del Drago’ ha, praticamente, portato a L’Aquila un’atmosfera diversa, moderna ma al contempo antica. La scherma medievale era una delle attività proposte dal programma della manifestazione. È stata un’esperienza meravigliosa: mi rendo conto che si tratta di una passione un po’ elitaria, ma vedere tanta gente prendere parte ad un evento più unico che raro, è stato positivamente devastante. Da anni, oramai, non vedevo una fiumana di gente simile lungo il corso principale della città».
Le lame utilizzate durante le competizioni di prova in pieno centro storico, come si può ben vedere dalle foto scattate da Simona Giamberardini, non ‘infilzano’ per davvero, ovviamente. «Le spade erano fabbricate con un materiale flessibile: quando si riceveva il colpo, in pratica, non si provava dolore sulla pelle. Inoltre, noi ‘curiosi per caso’, siamo stati letteralmente bardati dalle protezioni specifiche. Una bella esperienza, che ha acceso in me ancora di più l’amore per questo genere di attività. Non nascondo di voler incominciare il prima possibile a praticare la scherma medievale come sport settimanale». Teresa Medori, col pallino della lingua tedesca, pratica già da tempo la lotta corpo a corpo, il ‘krav maga’ – sistema di autodifesa e di combattimento a contatto ravvicinato di origine israeliana – nella capitale romana.
Esiste, quindi, al di sotto della cappa quotidiana di L’Aquila impiegatizia e studentesca, una sotto-popolazione di amanti del genere fantasy. Una umanità a parte che, grazie ad eventi di questo tipo, è saltata fuori di colpo. «Mi sono letteralmente stupita di quanti aquilani amino praticare attività inusuali di questa natura. Per tre giorni, la città è diventata praticamente la casa del Medioevo romanzato. Il 18, il 19 e il 20 agosto: scherma, giochi di ruolo, spade lucenti, figuranti, stand di The Lost Dungeon (giochi da tavolo, wargames), Atlantide e Acme (fumetti), sessioni di pittura e di assemblaggio di modelli in materiale plastico basati sull’universo di Gundam hanno messo al bando la monotonia. Una settima edizione rispolverata dopo anni e anni di stand by. Fra le ferite della città costellata di protezioni e ‘divieti d’accesso’, la gioia di vivere il momento sull’ebbrezza della punta del coltello.
«Io ho provato tutto ciò che si poteva provare. Davvero di interesse lo stand che pubblicizzava il tiro con l’arco medievale: un’attività propagandata dai ‘Draghi di Andorian’, associazione proveniente dalla costa abruzzese. Per me, poi, l’emozione si è vestita di unicità quando ho ‘scoperto’ per la prima volta gli interni del Palazzetto dei Nobili restaurato: suggestivi è dir poco. Ho visto una città quasi specchio di quella che lasciai anni e anni fa». Dulcis in fundo: la caccia al tesoro fantasy per le viuzze del centro storico. «La nostra guida era un aquilanissimo Buccio di Ranallo travestito: una trovata fenomenale, condita dal linguaggio usato dal figurante stesso: in pieno stile trecentesco. Una rievocazione storica in piena regola, insomma, che mi ha regalato la speranza che L’Aquila sia ancora a portata di turista. Il prossimo anno tornerò da Roma assieme ai miei colleghi di corso per dimostrare la straordinarietà di una realtà cittadina che davvero non demorde, ma che, anzi, si reinventa. C’è ancora tanta gioventù che aspetta solo di essere tirata fuori dalle Case e dai Map disseminati fra le strade ancora ‘abitate’ del capoluogo. ‘Sulle Tracce del Drago’ si è rivelato essere un trampolino di lancio per il microcosmo della città». Nella storia antica, la fiaba dei tempi moderni.
Esiste, quindi, al di sotto della cappa quotidiana di L’Aquila impiegatizia e studentesca, una sotto-popolazione di amanti del genere fantasy. Una umanità a parte che, grazie ad eventi di questo tipo, è saltata fuori di colpo. «Mi sono letteralmente stupita di quanti aquilani amino praticare attività inusuali di questa natura. Per tre giorni, la città è diventata praticamente la casa del Medioevo romanzato. Il 18, il 19 e il 20 agosto: scherma, giochi di ruolo, spade lucenti, figuranti, stand di The Lost Dungeon (giochi da tavolo, wargames), Atlantide e Acme (fumetti), sessioni di pittura e di assemblaggio di modelli in materiale plastico basati sull’universo di Gundam hanno messo al bando la monotonia. Una settima edizione rispolverata dopo anni e anni di stand by. Fra le ferite della città costellata di protezioni e ‘divieti d’accesso’, la gioia di vivere il momento sull’ebbrezza della punta del coltello.
«Io ho provato tutto ciò che si poteva provare. Davvero di interesse lo stand che pubblicizzava il tiro con l’arco medievale: un’attività propagandata dai ‘Draghi di Andorian’, associazione proveniente dalla costa abruzzese. Per me, poi, l’emozione si è vestita di unicità quando ho ‘scoperto’ per la prima volta gli interni del Palazzetto dei Nobili restaurato: suggestivi è dir poco. Ho visto una città quasi specchio di quella che lasciai anni e anni fa». Dulcis in fundo: la caccia al tesoro fantasy per le viuzze del centro storico.
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«La nostra guida era un aquilanissimo Buccio di Ranallo travestito: una trovata fenomenale, condita dal linguaggio usato dal figurante stesso: in pieno stile trecentesco. Una rievocazione storica in piena regola, insomma, che mi ha regalato la speranza che L’Aquila sia ancora a portata di turista. Il prossimo anno tornerò da Roma assieme ai miei colleghi di corso per dimostrare la straordinarietà di una realtà cittadina che davvero non demorde, ma che, anzi, si reinventa. C’è ancora tanta gioventù che aspetta solo di essere tirata fuori dalle Case e dai Map disseminati fra le strade ancora ‘abitate’ del capoluogo. ‘Sulle Tracce del Drago’ si è rivelato essere un trampolino di lancio per il microcosmo della città». Nella storia antica, la fiaba dei tempi moderni.